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Martedì scorso, in occasione della cerimonia di apertura della Conferenza Annuale 2018 del Forum di Boao per l’Asia (BFA), nella provincia insulare cinese di Hainan, il primo ministro di Singapore Lee Hsien Loong ha lodato il ruolo della Cina, sempre più importante attraverso l’apertura, nell’economia internazionale. Lee ha menzionato il discorso tenuto dal presidente cinese Xi Jinping a Davos lo scorso anno, che «ha esposto chiaramente l’approccio e le politiche cinesi di sostegno all’apertura e al multilateralismo». Il primo ministro singaporiano ha affermato di essere rimasto colpito dall’annuncio di Xi Jinping di compiere ulteriori passi in avanti nelle riforme del settore finanziario, nella protezione della proprietà intellettuale e nell’aumento delle importazioni al fine di avanzare l’apertura del Paese.
Recentemente gli Stati Uniti hanno annunciato l’intenzione di imporre una serie di dazi unilaterali sulle importazioni dall’estero, in particolare dalla Cina. Secondo Lee Hsien Loong, la risposta di Pechino è stata accorta e calibrata. «Singapore non crede che imporre dazi unilateralmente sia la giusta soluzione», ha sottolineato il capo di governo della città-Stato asiatica. Le misure unilaterali non rispettano le regole dell’Organizzazione Mondiale per il Commercio e, come sottolineano gli economisti, l’attenzione sullo squilibrio commerciale tra Stati Uniti e Cina è fuori luogo – ha spiegato Lee – sostenendo che il problema per Washington non è la sua bilancia commerciale con un partner in particolare ma con il resto del mondo.
Secondo il primo ministro, la causa del deficit commerciale è lo squilibrio nel mercato interno e, in particolare, questo accade quando un Paese consuma più di quello che produce. Lee ha avvertito che una guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti metterebbe a rischio il sistema multilaterale del commercio e a pagarne le conseguenze sarebbero tutti i Paesi, grandi e piccoli. Pechino e Washington intrattengono il rapporto bilaterale più importante al mondo, ha precisato Lee. Uno scontro commerciale danneggerebbe le relazioni in molti settori, secondo il primo ministro, aggiungendo che istanze quali il cambiamento climatico, la sicurezza regionale e la denuclearizzazione della Penisola Coreana non potrebbero essere risolte senza la piena partecipazione di entrambi i Paesi.
Traduzione a cura della Redazione
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