Console Liu Kan: Cooperazione Cina-Europa dovrebbe guardare al futuro con lungimiranza

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Il 2025 segna i cinquant’anni dall’avvio ufficiale delle relazioni diplomatiche tra Pechino e Bruxelles. Il 6 maggio del 1975, l’allora Comunità Europea riconobbe ufficialmente la Repubblica Popolare Cinese. L’occasione fu l’incontro tra l’allora ministro degli Esteri cinese Qiao Guanhua e l’allora commissario per le Relazioni Esterne Christopher Soames. Quattro anni dopo, con la visita di Roy Jenkins, per la prima volta nella storia un presidente della Commissione Europea raggiunse Pechino per cementare i rapporti. Nell’imminenza del vertice tra Cina ed Unione Europea, in programma nei prossimi giorni a Pechino, proponiamo in esclusiva le considerazioni di Liu Kan, Console Generale cinese in Milano.


di Liu Kan
[Console Generale della Repubblica Popolare Cinese in Milano]



Quest’anno ricorre il 50° anniversario dell’avvio delle relazioni diplomatiche tra la Cina e l’Europa. Cinquant’anni fa, i leader della vecchia generazione cinese ed europea, con straordinaria determinazione politica e lungimiranza strategica, superarono le contrapposizioni tra i due blocchi e presero la storica decisione di instaurare relazioni diplomatiche durante la Guerra Fredda, gettando le basi per la cooperazione Cina-Europa ed influenzando profondamente l’assetto internazionale. Nel 2014, durante la sua storica visita alla sede dell’Unione Europea, il presidente cinese Xi Jinping ha proposto di creare quattro partenariati tra le due parti: pace, crescita, riforme e civiltà. All’inizio di questo mese, S.E. Wang Yi, membro del Comitato permanente del Politburo del Partito Comunista Cinese e ministro degli Affari Esteri, ha visitato la sede dell’Unione Europea e ha tenuto con successo la 13a edizione del Dialogo strategico ad alto livello tra Cina e Unione Europea. Il 24 luglio, il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa e la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen visiteranno la Cina, dove i leader cinesi ed europei presiederanno congiuntamente il 25° vertice tra Cina ed Unione Europea.

Ritengo che le relazioni tra la Cina e l’Europa siano tra le più importanti al mondo, che abbiano dato un contributo indelebile alla promozione della pace e dello sviluppo nel mondo e che costituiscano un modello di cooperazione reciprocamente vantaggiosa nel contesto della globalizzazione economica.

La cooperazione è fonte di reciproci benefici. Nei cinquant’anni trascorsi dall’instaurazione delle relazioni diplomatiche, la Cina e l’Europa hanno costruito le loro relazioni guidati dagli incontri al vertice e sostenuti da dialoghi ad alto livello in settori quali la strategia, l’economia e il commercio, l’ambiente e il clima, il digitale e la cultura, sostanziati da oltre 70 meccanismi di dialogo che coprono diversi settori e livelli. Le relazioni tra la Cina e l’Europa sono diventate sempre più ricche e mature dal punto di vista politico, acquisendo un’importanza strategica ed un’influenza globale sempre più rilevanti. La Cina ha sempre sostenuto l’integrazione europea e l’autonomia strategica dell’Europa ed auspica la prosperità e la stabilità del Continente. Sia durante la crisi del debito europeo che durante la pandemia di Covid-19, la Cina ha più volte infuso fiducia e fornito assistenza all’Europa in difficoltà, sostenendo l’Unione Europea, compresa l’Italia, nel superare le difficoltà e andare avanti. La Cina e l’Unione Europea sono rispettivamente la seconda e la terza economia mondiale, con un peso complessivo superiore ad un terzo del PIL mondiale e un volume di scambi superiore ad un quarto del commercio globale. Il volume degli scambi commerciali annuali tra le due parti è passato da 2,4 miliardi di dollari di cinquant’anni fa a 785,8 miliardi di dollari nel 2024, con investimenti reciproci pari a quasi 260 miliardi di dollari. Essendo due tra i maggiori mercati mondiali, il rafforzamento della cooperazione reciprocamente vantaggiosa tra la Cina e l’Europa è una scelta obbligata e non facoltativa, e la cooperazione economica e commerciale rappresenta la “chiave di volta” delle relazioni, non una “fonte di rischio”.


© Zhongxinyashi_Photo / Shutterstock.com


Opinioni su alcune cosiddette “accuse” rivolte alla Cina dall’Europa

Con rammarico ho notato che, da qualche tempo, l’UE accusa frequentemente la Cina di attuare sovvenzioni industriali sleali, di mettere in pericolo l’industria europea con il suo “eccesso di capacità produttiva” e di non aprire sufficientemente i propri mercati, causando un aumento del deficit commerciale dell’Europa nei confronti della Cina. L’UE continua a potenziare il proprio arsenale di strumenti politici, introducendo numerose misure restrittive in materia di commercio e investimenti nei confronti della Cina, promuovendo la cosiddetta “riduzione dei rischi” e il “riequilibrio economico e commerciale”. A questo proposito, ritengo che, date le enormi dimensioni delle due economie e l’intensità dei loro scambi commerciali, la concorrenza e gli attriti siano inevitabili. L’attuale deficit dell’UE nei confronti della Cina è essenzialmente il risultato della combinazione di diversi fattori, quali il contesto macroeconomico, la struttura industriale e l’evoluzione delle condizioni del commercio internazionale. Da un lato, alcuni esponenti dell’UE evitano di parlare dei propri enormi profitti, nascondendo la natura reciprocamente vantaggiosa delle relazioni economiche e commerciali tra la Cina e l’UE ed il quadro complessivo della cooperazione tra le due parti. Dall’altro lato, essi si concentrano su alcune questioni specifiche, amplificando deliberatamente le divergenze, con l’obiettivo di costringere la Cina a concedere ulteriori vantaggi e ostacolare il normale sviluppo delle relazioni economiche e commerciali. In realtà, i dati generali sul commercio non riflettono completamente la distribuzione degli interessi commerciali tra la Cina e l’Europa nel contesto dell’integrazione della catena di produzione e fornitura globale. Ad esempio, quasi il 40% delle esportazioni delle imprese europee in Cina è destinato al mercato europeo, con un surplus commerciale per la Cina ma profitti per l’Europa. L’UE mantiene inoltre un surplus commerciale a lungo termine nel settore dei servizi, che nel 2024 raggiungerà i 50,3 miliardi di dollari. Nel 2022, le esportazioni UE verso la Cina in materia di diritti di proprietà intellettuale hanno superato i 10 miliardi di euro. Prodotti di marchi europei famosi come Philips, Siemens ed Airbus hanno una quota di mercato molto elevata in Cina e generano profitti enormi.

Va sottolineato che le politiche protezionistiche dell’Europa sono una delle cause principali dello squilibrio commerciale tra la Cina e l’Europa. L’UE ha ceduto alle pressioni degli Stati Uniti, vietando l’importazione di apparecchiature hi-tech dalla Cina, imponendo dazi elevati sulle auto elettriche cinesi e vietando l’esportazione in Cina di prodotti hi-tech come le macchine per litografia. Mi auguro che l’Europa non ingigantisca le questioni specifiche relative agli scambi commerciali e non politicizzi o generalizzi le questioni economiche e commerciali, attribuendo le proprie difficoltà esclusivamente alla politica economica cinese e ritenendo che un atteggiamento duro nei confronti della Cina possa spingere quest’ultima a concedere ulteriori vantaggi e risolvere i problemi dell’Europa.

Inoltre, l’Europa ha sempre avuto un pregiudizio nei confronti della posizione della Cina sulla questione ucraina. Con il protrarsi del conflitto russo-ucraino e il piano di ritiro strategico degli Stati Uniti, l’Europa sta cercando di scaricare ulteriormente la responsabilità sulla Cina, tentando persino di collegare le relazioni sino-europee alla crisi ucraina, cosa che la Cina non accetta in alcun modo. La Cina non è responsabile della crisi ucraina, né è parte in causa. Contrariamente a quanto pensano alcuni esponenti europei, la Cina ha sempre tenuto conto, nell’ambito del partenariato strategico globale sino-europeo, delle legittime preoccupazioni dell’Europa in materia di sicurezza. La posizione cinese su una soluzione politica alla crisi ucraina è stata espressa ormai da quasi tre anni e non è cambiata. Ci auguriamo che tutte le parti coinvolte possano costruire insieme un quadro di sicurezza europeo equilibrato, efficace e sostenibile, per garantire la pace e la stabilità in Europa ed impedire che il conflitto si estenda.

Cinquant’anni di vicissitudini hanno permesso alle relazioni tra la Cina e l’Europa di accumulare esperienza ed energia positiva sufficienti per affrontare le turbolenze e le sfide. Il ministro degli Esteri Wang Yi, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha sottolineato che negare i risultati del passato significa non vedere la direzione da seguire per il futuro, e non rispettare gli sforzi dei nostri predecessori significa negare noi stessi nel presente. L’avanzamento della nostra epoca è inarrestabile e le relazioni tra la Cina e l’Europa continueranno ad andare avanti, senza fermarsi né tornare indietro. Ritengo che, finché la Cina e l’Europa sceglieranno il dialogo e la cooperazione, non si formeranno schieramenti contrapposti; finché la Cina e l’Europa sceglieranno l’apertura e la cooperazione vantaggiosa per tutti, il protezionismo non potrà prendere piede.

Mi auguro che l’attuale vertice tra Cina ed Unione Europea a Pechino continui ad ancorare il futuro delle relazioni al più accurato posizionamento possibile, ovvero quello di partenariato strategico globale, e che insieme si preservi l’ordine internazionale e il sistema commerciale multilaterale del dopoguerra, fornendo al mondo odierno la stabilità e la certezza di cui ha tanto bisogno, e aprendo insieme la strada ad un prossimo cinquantennio ancora più prospero per le relazioni tra le due parti.




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