Corno d’Africa. Bari diventa capitale del dialogo, Bello (Polis Avvocati): «Italia deve recuperare tempo perduto»

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Venerdì prossimo, l’82a Fiera del Levante di Bari ospiterà, su iniziativa dello studio legale Polis Avvocati, un meeting internazionale dedicato al Corno d’Africa, a pochissime settimane dalla svolta sancita dall’accordo di pace tra Eritrea ed Etiopia. Sarà, in ordine cronologico, la prima occasione pubblica in Italia per approfondire i temi della cooperazione politica ed economica, esplorando le opportunità che ora potrebbero schiudersi per le imprese del nostro Paese, stimolati anche dalla testimonianza di quegli operatori pionieristici, già presenti da anni nella regione, che interverranno durante la giornata di dibattito. Abbiamo raggiunto l’avvocato Francesco Paolo Bello per saperne di più.


A cura della Redazione


Avv. Bello, benvenuto su Scenari Internazionali. Venerdì prossimo, Polis Avvocati organizzerà, nella cornice dell’82a Fiera del Levante di Bari, un’intera giornata di dibattito dedicata al Corno d’Africa, alla luce del recente accordo di pace tra Eritrea ed Etiopia, che ha chiuso un conflitto protrattosi per lunghissimo tempo. Quali gli ospiti principali e gli obiettivi di questo meeting?
Il tema del meeting è ‘Pace e sviluppo nel Corno d’Africa’, con uno sguardo sul ruolo dell’Italia, sulle opportunità per le imprese, sulla tutela dei diritti e delle forme di collaborazione e cooperazione tra Italia e Corno d’Africa: un titolo che somma nella sua formulazione, quindi, varie declinazioni. Così, infatti, il programma della giornata di analisi e riflessioni si articolerà in una prima parte, dedicata più propriamente alla geopolitica, con dei protagonisti del mondo istituzionale quali Vito Rosario Petrocelli, presidente della Commissione Affari Esteri del Senato; Giuseppe Mistretta, Direttore Centrale per i Paesi dell’Africa Sub-sahariana, già Ambasciatore ad Addis Abeba; Leonard Mizzi, Direttore Generale ff della Cooperazione Internazionale e dello Sviluppo rurale, Sicurezza alimentare, Nutrizione della Commissione Europea; il Professor Puddu, grande esperto di Africa. Si passerà poi agli interventi diplomatici degli Ambasciatori Eritrea e Somalia e dei rappresentanti dell’Ambasciata di Etiopia, fino alle conclusioni del senatore Adolfo Urso, presidente dell’Associazione Parlamentare di Amicizia Italia – Corno d’Africa, e del Professor Romando Prodi, la figura più autorevole – a nostro parere – quanto a conoscenza dell’Africa, che concluderanno la prima sessione.
È una sessione abbastanza densa di interventi istituzionali, per il fatto che le tre Ambasciate si incontreranno per la prima volta in Italia dopo la pace di luglio e per le conclusioni di due autorevoli esponenti che ci daranno la loro lettura di quello che sta avvenendo nel Corno d’Africa, con una attualità assolutamente sorprendente. Le notizie ormai si rincorrono quotidianamente. È proprio di questa mattina la notizia della rimozione del fronte di Zalambessa, al confine tra Eritrea ed Etiopia, e dell’incontro tra il primo ministro etiopico Abiy Ahmed Alì e il presidente eritreo Isaias Afewerki. Le notizie sono ogni giorno migliori da quella parte dell’Africa, che si conferma un continente in cui finalmente si è ritrovata la pace, che favorirà sviluppo e crescita sociale.
La seconda parte del programma declina il concetto di cooperazione “non istituzionale”, ovvero tutto ciò che ha tenuto in piedi un legame tra l’Italia e il Corno d’Africa attraverso le imprese, anzitutto, le Università e le comunità scientifiche, le associazioni di volontariato e anche la stampa, che ha svolto un ruolo non secondario. Questa parte si concluderà poi con l’intervento del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che ha subito colto il senso di questa iniziativa e ne ha spostato i principi ispiratori volendo che il dibattito si svolgesse in un contesto istituzionale della Regione Puglia, durante la Fiera del Levante, un contenitore assolutamente appropriato per questo genere di iniziative.
Si tratta, insomma, di un programma ricco ed articolato, con la speranza di riuscire a rispettare i tempi che ci siamo dati. Non va poi dimenticato che nella tavola rotonda del pomeriggio ci saranno le testimonianze d’impresa, cioè di quelle imprese che operano da tempo in Eritrea, Etiopia e Somalia, o che hanno l’ambizione di farlo.

La regione del Corno d’Africa, che comprende anche Somalia e Gibuti, occupa una posizione strategica, frapponendosi tra l’Africa Centrale ed il Mar Rosso. Diverse potenze straniere stanno già investendo massicciamente da anni in quest’area del mondo. In che modo l’Italia può recuperare il divario accumulato?
Le altre potenze del mondo hanno investito tantissimo in quella zona del Corno d’Africa perché le divisioni e i conflitti hanno fatto buon gioco affinché ci potessero essere presenze straniere in quell’area. Oggi, la prospettiva è completamente diversa. I conflitti sono cessati, c’è pace nel Corno d’Africa. Con la riapertura di Massaua e soprattutto di Assab al traffico etiopico si apre una prospettiva del tutto nuova, per esempio, per il sistema portuale.
È un mondo che sta cambiando ed il futuro del pianeta è sicuramente in Africa e, come gli analisti internazionali affermano da tempo, senz’altro nel Corno d’Africa. L’Italia deve recuperare il tempo perduto perché il nostro Paese ha dalla sua una serie di prerogative legate alla storia, alla lingua, al rapporto che in alcune zone del Corno d’Africa, è ancora fortissimo con l’Italia. Penso, su tutti, all’esempio della Scuola Italiana di Asmara, validissimo esempio di cooperazione culturale in quel Paese.
E penso alle affinità che molte zone del Corno d’Africa hanno con l’Italia. Non nascondo di certo che uno degli obiettivi è proprio quello di capire quale può e deve essere il ruolo dell’Italia in questo processo di pace nella regione.

Nel Mezzogiorno d’Italia, Bari – e la Fiera ne è testimone – ha tradizionalmente ricoperto un ruolo d’avanguardia in materia di dialogo e apertura internazionale, non solo nel quadro del Mediterraneo. Crede che il capoluogo e, più in generale, la Puglia possano diventare, col tempo, un punto di riferimento europeo nelle relazioni con i Paesi del Corno d’Africa?
Potrei risponderle dicendo che la Fiera del Levante è la più grande fiera del Mezzogiorno, inaugurata ogni anno dal presidente del Consiglio, nel cui contenitore espongono le maggiori imprese italiane e non solo. Tuttavia, questa è solo una parte del discorso. La Fiera del Levante è molto di più e può essere molto di più perché incarna la vocazione internazionale di questa terra, che ha sempre guardato con molta attenzione tanto al Mediterraneo quanto all’Oriente.
Penso ad esempio ai rapporti naturali che la Puglia intrattiene con la Russia, con i Paesi balcanici o con gli altri Paesi del Mediterraneo. Non è un caso che il nostro studio legale Polis Avvocati ormai da quattro anni abbia scelto di organizzare questi meeting internazionali proprio nella cornice della Fiera del Levante, con l’obiettivo – ovviamente nel nostro piccolo – di dare alla comunità pugliese uno sguardo internazionale. L’abbiamo fatto nel 2015 con l’Albania, quando abbiamo avuto ospite il primo ministro Edi Rama, nel 2016 quando abbiamo parlato di Iran e Cuba.
L’anno scorso abbiamo iniziato ad occuparci di Africa, organizzando un convegno dal titolo premonitore che parlava di ‘Africa come nuova frontiera dello sviluppo’, con tre nazioni: Sudafrica, motore dello sviluppo africano, Sudan ed Eritrea. Siamo stati precursori l’anno scorso, motivo per cui anche quest’anno abbiamo voluto accettare la sfida di organizzare questo meeting e abbiamo voluto parlare del processo di pace nel Corno d’Africa. Dalla Puglia, attraverso la Fiera del Levante, grazie alla sensibilità che le istituzioni pugliesi stanno dimostrando, credo possa nascere un riferimento nelle relazioni internazionali. La Puglia lo è per vocazione e i professionisti pugliesi devono svolgere la loro parte.


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