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di Li Xia
[Xinhua]
CAIRO – A circa 50 km ad est del Cairo, la costruzione del Distretto Centrale per gli Affari (CBD) ad opera di China State Construction Engineering Corporation (CSCEC) nella nuova capitale amministrativa dell’Egitto, sta proseguendo sotto il sole cocente. La nuova capitale è pensata quale una delle soluzioni alla cronica congestione del Cairo, gravata da un fardello demografico di oltre 20 milioni di abitanti.
Il progetto è finalizzato a creare migliaia di posti di lavoro e a stimolare la stagnante economia del Paese arabo, tanto che il governo egiziano ha programmato di spostarsi nella nuova capitale entro la seconda metà del 2019. Al momento, decine di tecnici cinesi ed egiziani stanno ispezionando le condizioni geologiche del terreno di costruzione e preparando i dati statistici per gli architetti chiamati a progettare le 20 torri desinate ad uso residenziale, amministrativo, commerciale e di altri servizi, posizionate nell’area da 1,7 milioni di metri quadri.
Fra queste, ve n’è una da 385 metri di altezza che richiama l’attenzione maggiore, al punto che il portavoce della Presidenza egiziana Bassam Rady ha recentemente affermato ad una stazione radiofonica che, una volta completato, si tratterà del grattacielo più alto di tutta l’Africa. Chang Weicai, amministratore delegato di CSCEC Egitto, ha riferito sul posto a Xinhua che l’edificio dovrebbe essere completato entro 3 anni e mezzo «al massimo». Egli ha rivelato che i lavori di costruzione cominceranno alcuni mesi dopo gli studi geologici, aggiungendo che oltre il 90% dei lavoratori sarà assunto a livello locale, in conformità con i regolamenti egiziani.
Quale maggiore conglomerato edilizio e immobiliare, nonché primo appaltatore nel campo delle costruzioni di tutta la Cina, CSCEC sta assumendo una posizione di comando nell’ambito dell’edilizia internazionale cinese. Rinomata nel mondo per aver realizzato progetti innovativi, all’avanguardia e su vasta scala di supergrattacieli, l’azienda di costruzioni cinese ha portato a termine una lunga serie di progetti di riferimento in patria e all’estero. «Più del 50% dei grattacieli nel mondo ed oltre il 90% di quelli presenti in Cina sono stati costruiti da noi», ha detto Chang. «Aziende egiziane come Orascom e Arab Contractors possono superarci in efficienza per quanto riguarda gli edifici di bassa o media altezza, ma i grattacieli sono la nostra specialità», ha aggiunto l’AD di CSCEC.
Ayman Girgis, un ingegnere edile di 38 anni, ha descritto il sito del CBD come un «alveare» impegnato a completare i lavori in tempo. «Gli operai cinesi stanno lavorando in turni di 24 ore assieme ai loro colleghi egiziani», ha affermato Girgis a Xinhua. Tutti loro «si sentono orgogliosi di essere parte del progetto nazionale e cercano di realizzarlo nel miglior modo possibile», ha riferito l’ingegnere egiziano, con un sorriso entusiastico. Ancora al lavoro ai test del terreno, Girgis ha precisato che «la costruzione della torre più alta sarà avviata» nel giro di 4-6 mesi. Si tratta di una corsa contro il tempo, secondo quanto aggiunto dall’ingegnere egiziano, che prevede il completamento del grattacielo in non più di due anni. «Il loro spirito qui è segnato da un sentimento di orgoglio da condividere col popolo egiziano nella realizzazione del loro sogno nazionale», ha concluso Girgis.
Il contributo cinese in un grande progetto nazionale in Egitto riflette l’impegno della potenza asiatica nei confronti del Paese a cavallo tra Nord Africa e Medio Oriente e suggella gli storici rapporti tra i due popoli, secondo quanto affermato da Diaa Helmy, segretario generale della Camera di Commercio Sino-Egiziana del Cairo. «Il CBD è uno dei progetti su cui la Cina sta lavorando non soltanto per ottenere vantaggi economici, ma anche per evidenziare il proprio sostegno al Paese nordafricano», ha detto Helmy a Xinhua. «La Cina aiuta per davvero l’Egitto e proviamo gli stessi sinceri sentimenti verso i nostri amici, che si manifestano nell’appoggio all’iniziativa Belt and Road, la quale creerà benefici per l’intera area», ha aggiunto Helmy.
L’iniziativa, lanciata dalla Cina nel 2013, intende costruire una rete commerciale ed infrastrutturale che connetta l’Asia con l’Europa e l’Africa, ripercorrendo ed estendendo le antiche rotte carovaniere della Via della Seta. Helmy ritiene che la nuova capitale presenti un buon potenziale per altre aziende cinesi di punta nella costruzione di ponti e tunnel. Si attende inoltre una fruttuosa cooperazione reciproca nei campi della smart city, della tecnologia digitale e delle energie rinnovabili, elementi necessari nella nuova capitale. La continua cooperazione tra i due Paesi nei progetti nazionali egiziani, così come gli investimenti lungo la nuova Via della Seta, costruiranno – sostiene Helmy – la strada verso un futuro luminoso.
Traduzione a cura della Redazione
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