Eni riceve il presidente angolano Lourenço presso il polo del Gazometro di Roma Ostiense

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A cura della Redazione


L’AD di Eni, Claudio Descalzi, e il presidente della Società, Giuseppe Zafarana, hanno accolto oggi presso il tecnopolo Eni 2050 lab, situato all’interno del contesto architettonico del Gazometro di Roma Ostiense, il presidente della Repubblica dell’Angola João Lourenço insieme ad una delegazione di ministri del governo angolano per illustrare le soluzioni tecnologiche al centro della strategia di decarbonizzazione dell’azienda.

L’incontro avviene nell’ambito della Visita di Stato del Presidente, che oggi è stato accompagnato da Adão Francisco Correia De Almeida, ministro di Stato e capo di Gabinetto del Presidente della Repubblica, e Téte António, ministro per gli Affari Esteri.

Eni 2050 lab è uno spazio polifunzionale dedicato all’innovazione e alla ricerca che comprende un laboratorio, un’area di monitoraggio e una di visualizzazione immersiva di modellistica avanzata basata sui supercomputer di Eni HPC4 e HPC5. Al suo interno, Eni promuove tecnologie proprietarie e breakthrough per la decarbonizzazione, attive sulle tre principali piattaforme di ricerca aziendali: rinnovabili e nuove energie, soluzioni per la decarbonizzazione, prodotti circolari e bio.

In occasione della visita sono stati illustrati i risultati più significativi raggiunti in questi ambiti dalla R&D di Eni, tra cui i progetti di sviluppo sulle agroenergie e la tecnologia EcofiningTM per ricavare biocarburanti da scarti e materie prime di origine biologica non in competizione con l’uso alimentare, le collaborazioni scientifiche con Massachusets Institute of Technology (MIT), Commonwealth Fusion Systems (CFS), ENEA e CNR nella ricerca sull’energia da fusione, le innovazioni nel campo della robotica per automatizzare e digitalizzare le attività di monitoraggio ambientale e di integrità degli asset, la ricerca sulle nuove rinnovabili e sullo stoccaggio energetico, nonché i sistemi e i prodotti nell’ambito della cattura, stoccaggio e utilizzo della CO2.

L’innovazione tecnologica viene realizzata – fanno sapere da Eni – grazie alla sinergia tra ricerca interna, avanzate capacità ingegneristiche, competenze e strumenti digitali che utilizzano la grande potenza di calcolo dei supercomputer di Eni.

Con i suoi sette centri di ricerca in Italia, oltre 1.000 ricercatori e 8.000 brevetti, Eni è un’azienda a forte contenuto tecnologico, proseguono dall’azienda, aggiungendo: «L’innovazione è lo strumento con cui Eni affronta la complessità delle sfide poste dalla transizione energetica, con l’obiettivo di offrire soluzioni, servizi e prodotti decarbonizzati, anche attraverso la creazione di nuovi modelli di business. Ogni nuovo risultato ottenuto dalla Ricerca Eni contribuisce al raggiungimento dell’obiettivo Net Zero al 2050, con un approccio basato sul principio di neutralità tecnologica, secondo cui non esiste una unica soluzione per realizzare la transizione energetica, ma è necessario disporre di un mix tecnologico adattabile ad applicazioni ed esigenze diverse».

L’incontro ha consentito di valorizzare anche l’impegno di Eni sul fronte della formazione per le nuove competenze e il supporto alle filiere: dal progetto di capacity building sull’agrobusiness dedicato al mondo delle istituzioni a Open-es, piattaforma di sviluppo sulle tematiche ESG a supporto dei fornitori, fino a Joule, la Scuola di Eni per l’Impresa che ha avviato di recente specifici progetti per lo sviluppo di startup locali in Kenya e Congo.

L’AD Claudio Descalzi ha commentato: «Siamo onorati di potere ospitare oggi il Presidente dell’Angola e i Ministri del Governo angolano. Questa visita è per noi fonte di grande soddisfazione, poiché dimostra la validità del modello di alleanza che abbiamo costruito con diversi Paesi in cui operiamo, e dei quali l’Angola è tra i più importanti. A fronte dell’obiettivo comune di compiere un percorso di transizione energetica equo e che non trascuri l’importanza della sicurezza degli approvvigionamenti, stiamo cooperando con i nostri partner per unire risorse, tecnologie per la transizione e disponibilità di fonti energetiche al fine di compiere insieme un percorso di sviluppo rispettoso delle peculiarità e che non lasci indietro nessuno. Abbiamo creato vere e proprie alleanze basate sull’equilibrio e il rispetto reciproco, nell’ambito delle quali lasciamo alle popolazioni locali buona parte dell’energia che produciamo insieme, contribuiamo allo sviluppo socio economico locale, creiamo occupazione sui territori, favoriamo l’accesso all’energia e promuoviamo iniziative diversificate in ambiti come la salute, l’educazione, l’agricoltura, la formazione professionale e imprenditoriale. Creiamo così valore reciproco, in ragione della prospettiva di poter diversificare maggiormente i nostri mix energetici e le vie di approvvigionamento, e di creare abbondanza di energia sempre più decarbonizzata a favore della competitività e della crescita».

La cornice della visita è quella del Gazometro di Roma Ostiense, un complesso di proprietà Eni attualmente in fase di trasformazione e in cui è stato recentemente avviato il primo distretto di innovazione tecnologica dedicato alle nuove filiere energetiche ed aperto a collaborazioni di ricerca industriale applicata in sinergia con il mondo della ricerca e dell’università.



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