Italia-UEE. Interscambio a € 6,2mld nel primo trimestre (+7,6%), boom export in Kazakhstan (+140%)

image_pdf




ROMA – Cresce del 7,6% l’interscambio tra Italia e Unione Economica Eurasiatica (UEE) che, nel primo trimestre di quest’anno, raggiunge quota 6,2 miliardi di euro. Secondo i dati Istat elaborati da Conoscere Eurasia, l’incremento degli scambi complessivi con i cinque Paesi aderenti all’alleanza eurasiatica di libero scambio (Russia, Bielorussia, Kazakhstan, Armenia e Kirghizistan), che insieme valgono il 3,2% del PIL mondiale, performa positivamente su entrambi gli indicatori della bilancia.

Infatti, se tra gennaio e marzo di quest’anno l’Italia ha importato prodotti da quest’area per oltre 3,9 miliardi di euro (+6%), è sul fronte dell’export del Made in Italy nell’Unione Economica Eurasiatica che si registra un aumento in doppia cifra: +10,6%, per un valore che supera i 2,2 miliardi di euro.

Dati Istat, elaborazione Conoscere Eurasia

È questa l’istantanea economico-commerciale tra Italia e Unione Economica Eurasiatica emersa oggi a Roma in apertura del 7° seminario eurasiatico, l’appuntamento organizzato annualmente nella Capitale da Associazione Conoscere Eurasia, SPIEF (Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo) e Roscongress, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, Banca Intesa Russia e lo studio legale Gianni-Origoni-Grippo-Cappelli & Partners, per fare il punto sullo stato delle relazioni tra il nostro Paese e un mercato strategico caratterizzato da un’imponente evoluzione produttiva, industriale ed infrastrutturale che coinvolge quasi 2 miliardi di persone.

«Il costante processo di integrazione dei Paesi dell’Unione Economica Eurasiatica, a soli quattro anni dalla sua istituzione formale, è oggi un dato di fatto irreversibile con effetti sia sul fronte geopolitico che su quello economico commerciale e degli investimenti – ha commentato Antonio Fallico, presidente di Conoscere Eurasia e di Banca Intesa Russia in apertura dei lavori – L’Eurasia, infatti, assume un ruolo sempre più centrale e da trait d’union nelle relazioni tra Est e Ovest superando così una visione a blocchi contrapposti alimentata dalla politica internazionale degli Stati Uniti e, purtroppo, anche dall’Unione Europea».

«D’altra parte – ha concluso Fallico – l’Unione Economica Eurasiatica è una grande opportunità di business, ben oltre la sola Russia, che rimane comunque il motore principale di questo mercato. Lo dimostrano i dati del nostro export verso il Kazakhstan che, nel primo trimestre, ha raggiunto 384 milioni di euro registrando un +140% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Bene anche le vendite in Bielorussia e in Armenia, che aumentano rispettivamente del 12,6% e del 24,6%. Segnali, questi, che indicano che le imprese italiane stanno diversificando il proprio posizionamento anche sugli altri mercati promettenti di quest’area».

Tra i prodotti italiani che hanno varcato i confini verso l’Unione Economica Eurasiatica nel primo trimestre, i macchinari guidano la classifica merceologica dell’export con quasi 590 milioni di euro raggiunti nel primo trimestre (+11,3%), seguiti dal sistema moda italiano – tessile, abbigliamento e accessori – che, seppure in contrazione del 10%, supera i 400 milioni di euro e gli apparecchi elettrici (più di 310 milioni di euro; +71,2%). In ripresa i prodotti alimentari e le bevande a 125 milioni, +2,1%.

Sul fronte dell’analisi dei dati riferiti ai diversi Paesi, la Russia si conferma l’economia di riferimento per le aziende italiane in Eurasia: 1,7 miliardi di euro di vendite realizzate tra gennaio e marzo (-1,6%), e una quota che assorbe il 76% del nostro export in quest’area (era quasi l’86% nello stesso periodo del 2018). La forte crescita economica kazaka spinge il Made in Italy a 384 milioni di euro (+140,3%) per una quota di mercato del 17% (era del 7,9% a/a). Costantemente in aumento le performance in Bielorussia (105 milioni di euro, +12,6%), mentre i due Paesi emergenti dell’Unione Economica Eurasiatica, Armenia e Kirghizistan, si fermano rispettivamente a 37 milioni di euro circa e a 5,5 milioni di euro.




Fonte: Conoscere Eurasia – Ispropress