Lo scorso 10 settembre, dopo tre mesi di incontri ed eventi, si è chiusa nella capitale Astana l’ultima esposizione internazionale. Il tema di questa edizione “mid-term”, compresa tra le due expo universali di Milano (2015) e Dubai (2020), è stato Energia del Futuro. Si è insomma discusso di energie pulite e rinnovabili in uno dei Paesi con le più alte riserve petrolifere dell’Asia e del mondo. Paradosso? No, tutt’altro: lungimiranza di una società che da tempo sta cercando di diversificare le sue fonti di approvvigionamento, così come la sua economia, grazie a programmi di lungo periodo come Kazakhstan-2050 e Nurly Zhol. Per saperne di più abbiamo raggiunto l’Ambasciatore del Kazakhstan in Italia Sergej Nurtayev.
Ambasciatore Nurtayev, benvenuto su Scenari Internazionali. Lo scorso 10 settembre si è chiuso il sipario su Expo Astana 2017, un’edizione dedicata ai temi dell’energia del futuro che, durante i suoi tre mesi di apertura, ha offerto eventi, incontri, seminari e celebrazioni. Se dovesse stilare un bilancio dell’evento, cosa potrebbe dire?
La capitale del Kazakhstan, Astana, è stata per tre mesi il cuore dell’energia verde. Nei padiglioni di Expo 2017 sono stati presentati gli ultimi ritrovati mondiali nel campo delle energie rinnovabili. Il successo ottenuto dalla manifestazione è stato il risultato di una sinergia di sforzi tra Astana e tutte le altre regioni del Paese. Nei 90 giorni di esposizione internazionale, ad Astana sono transitati 3.977.000 visitatori provenienti da 166 diversi Paesi nel mondo, che hanno potuto assistere a più di 6.000 eventi. Al contempo, il numero degli imprenditori presenti nella capitale è aumentato del 10%, mentre la domanda nel settore turistico è cresciuta di 1,8 volte. In generale, Expo ha avuto sull’economia del Paese un positivo effetto moltiplicatore, per cui più di 1.400 piccole e medie imprese hanno ricevuto ordini per la fornitura di beni e servizi pari a 640 miliardi di tenge, cioè quasi 2 miliardi di dollari.
Grazie all’esposizione internazionale, anche l’immagine del Paese è migliorata. Il Kazakhstan è apparso agli occhi dei nostri ospiti come un Paese sicuro e dinamicamente in crescita sulle distese del continente eurasiatico. Inoltre, la nostra Repubblica ha dimostrato di saper fornire un contributo mondiale allo sviluppo delle fonti energetiche pulite. Ad Expo 2017 si sono create opportunità uniche per il dialogo d’affari, si sono tenuti incontri fra ambienti imprenditoriali e scientifici, che hanno facilitato la conclusione di contratti e accordi. L’evento ha mostrato che un equilibrio energetico globale è possibile attraverso lo sviluppo delle fonti rinnovabili ed un atteggiamento più attento verso la natura e la conservazione del potenziale energetico del pianeta. Expo 2017 ha rafforzato la posizione del Kazakhstan nell’arena mondiale e ha accresciuto il livello di fiducia nel nostro Paese, quale nazione capace di organizzare eventi di portata globale.
Questo evento ha attirato l’attenzione internazionale sul Kazakhstan, facendo di Astana una nuova capitale dello sviluppo sostenibile. Tutto ciò non soltanto grazie ad Expo in sé ma anche ai vari piani di diversificazione energetica adottati dal governo negli ultimi dieci anni. Quali sono i risultati raggiunti dal Suo Paese in questo senso e quali quelli ancora da raggiungere?
La green economy è uno degli strumenti più importanti per garantire lo sviluppo sostenibile del Paese. L’elevata mole di cambiamenti nella sfera della politica statale è stata il frutto di programmi come la strategia Kazakhstan-2050, che ha posto certi obiettivi nell’ambito dell’industria elettrica: la quota di elettricità alternativa e rinnovabile dovrà raggiungere il 10% del totale entro il 2030; il piano di efficientamento energetico prevede una riduzione dell’intensità energetica del PIL pari al 25% entro il 2020; per quanto riguarda le risorse idriche, è contemplato il completamento delle forniture per l’agricoltura entro il 2040; nell’agricoltura stessa, il traguardo è rappresentato dall’aumento della produttività dei terreni di 1,5 volte entro il 2020; in tema di gestione dei rifiuti, infine, si dovrà innalzare la quota di materiale riciclato al 40% del totale entro il 2030.
Durante la 70a sessione dell’Assemblea Generale dell’ONU, il presidente del Kazakhstan Nursultan Nazarbayev ha annunciato l’iniziativa per la creazione di un Centro Internazionale per le Tecnologie Verdi. Questo nuovo istituto è chiamato a risolvere i compiti della trasformazione del settore energetico, della transizione all’impresa, del trasferimento e dell’adattamento delle tecnologie e delle migliori prassi verdi, e dello sviluppo della finanza green. La missione del Centro per le Tecnologie Verdi è greenquella di contribuire allo sviluppo sostenibile globale attraverso il sostegno alla crescita verde e i principi dell’iniziativa Green Bridge. Il Centro Internazionale si occuperà di sette aree primarie di attività: trasformazione del settore energetico, sviluppo urbano sostenibile, sviluppo dell’impresa green, trasferimento e adattamento delle tecnologie e delle migliori prassi verdi, sviluppo della finanza green, sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili e costruzione delle competenze per la crescita verde. Le attività del Centro si concentreranno principalmente nei Paesi dell’Asia Centrale. Al contempo, l’istituto coopererà con i Paesi dell’OCSE, con l’Unione Europea, gli Stati Uniti, la Federazione Russa, la Cina, l’India e i Paesi dell’America Latina.
Il Kazakhstan è la principale economia dell’Asia Centrale ed uno dei mercati emergenti più importanti dell’area OSCE. I media occidentali si sono concentrati in particolare sul piano Nurly Zhol, un nuovo programma di sviluppo nazionale lanciato dal presidente Nazarbayev per migliorare le infrastrutture, la connettività, l’imprenditorialità e l’edilizia abitativa. A circa tre anni dalla presentazione ufficiale di questo piano, a che punto siete?
L’obiettivo del programma è la formazione di un unico mercato economico attraverso l’integrazione delle macroregioni del Paese sulla base della costruzione di infrastrutture efficienti sul principio degli hub, al fine di garantire la crescita economica a lungo termine del Kazakhstan. C’è poi anche l’applicazione di misure anti-crisi per sostenere alcuni settori economici dinnanzi al peggioramento della congiuntura economica internazionale. La realizzazione di questo programma fornisce il principale fattore di crescita economica. Un effetto decisivo di questo piano è che dal 2015 al 2019 creerà complessivamente oltre 400.000 posti di lavoro, di cui quasi 100.000 a tempo indeterminato.
Quindi, per il quinquennio 2015-2019, sono previsti 17 progetti, 16 dei quali nel settore dei trasporti (11 relativi alle strade, 2 alle ferrovie, uno al trasporto idrico, un altro all’aviazione civile ed un altro ancora alla logistica), ed uno sul credito edilizio e i conferimenti di capitale.
Nel quadro del programma sarà poi completata la ricostruzione del corridoio di transito Europa Occidentale – Cina Occidentale. Al momento, sono in fase di adozione misure mirate a creare condizioni favorevoli per incrementare i trasporti rapidi all’interno del Paese ed il traffico merci verso l’Iran, la Cina, la Russia e i Paesi dell’UE, oltre ad aumentare la capacità logistica dell’aeroporto di Astana. Sono circa 7.000 i km di autostrade in fase di costruzione o ricostruzione.
Quest’anno è prevista la costruzione di 10,2 milioni di m2 a scopo abitativo. Sono stati completati 5,5 milioni di m2. Al momento dell’inaugurazione dell’esposizione internazionale, ad Astana è stata lanciata la nuova stazione ferroviaria Nurly Zhol, una struttura che non ha eguali nei Paesi della Comunità degli Stati Indipendenti e che è diventata una delle più moderne stazioni costruite recentemente al mondo.
Stando al programma al 2020, è inoltre previsto l’ammodernamento di circa 1.000 km di reti di fornitura di calore e circa 6.000 km di reti di fornitura idrica e di drenaggio, nei tratti con le maggiori perdite e i principali incidenti. Entro il 2020, il programma prevede la realizzazione di 4,5 milioni di m2 di abitazioni.
Il Kazakhstan ha sempre giocato un ruolo strategico come ponte tra Europa ed Asia. La sua posizione geografica e la sua crescente diplomazia ha reso il Paese centrasiatico un naturale luogo di dialogo internazionale e risoluzione delle tensioni. Il summit di Astana sulla crisi siriana è forse l’esempio più calzante in questo senso. Ritiene che il Kazakhstan potrà diventare ancora più influente nel prossimo futuro?
Astana è diventata una vera e propria piattaforma di negoziazione internazionale riconosciuta ed autorevole, dove poter dibattere dei problemi più stringenti in materia di guerre e politica mondiale, una sorta di capitale della pacificazione nel cuore dell’Eurasia. Il compito principale del vertice di Astana è la creazione delle condizioni necessarie ad una soluzione inclusiva al conflitto siriano entro il quadro delineato dai colloqui di Ginevra. Il ruolo del Kazakhstan in questi sforzi è limitato esclusivamente a fornire una “piattaforma” senza coinvolgimento nel processo negoziale. Un esempio appropriato può essere rappresentato dai tavoli negoziali kazaki sul programma nucleare iraniano nel febbraio e nell’aprile del 2013. I colloqui di Almaty hanno gettato le basi per concludere gli accordi di Vienna tra i Paesi del “5+1” e l’Iran nel luglio 2015. Durante la cerimonia di apertura della prima banca di uranio a basso arricchimento dell’AIEA [in Kazakhstan, ndr], il presidente Nursultan Nazarbayev ha avanzato la proposta di ufficializzare lo status di tutti gli Stati de facto nucleari e di indire un vertice dei Paesi dotati di armi nucleari per discutere insieme le possibili soluzioni a questo problema globale. Il presidente ha inoltre proposto di rafforzare tutte le iniziative globali del movimento anti-nuclearista e ha definito il Kazakhstan pronto ad avviare un processo di aggiornamento del Vertice sulla Sicurezza Nucleare Globale e di ospitare questo consesso ad Astana.
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