Dal 20 al 26 settembre scorsi è tornata la Milano Fashion Week, tradizionale appuntamento meneghino col settore della moda e trampolino di lancio per le collezioni della stagione successiva. Per il quinto anno consecutivo, Scenari Internazionali, accreditata all’evento, ha seguito da vicino la manifestazione per conoscere le ultime tendenze indicate dalle case produttrici ma anche i numeri di un comparto che caratterizza da sempre il Made in Italy nel mondo.
di Mariacristina La Rosa
MILANO – Quella appena terminata può essere definita l’edizione della ripresa. Dal 20 al 26 settembre scorsi, grazie alla sua tradizionale Fashion Week, Milano è tornata a vivere la moda in presenza con 210 appuntamenti e 68 sfilate, delle quali 61 fisiche e 7 digitali, cui bisogna aggiungere oltre 130 presentazioni, senza dimenticare i tantissimi eventi fuori dal calendario ufficiale.
È stata una settimana molto movimentata in una delle città più importanti al mondo nel settore, non solo per gli addetti ai lavori ma anche per i soli appassionati e curiosi. La parola da sottolineare quest’anno è inclusività: novità della sette-giorni è stata infatti l’apertura di sfilate e presentazioni al pubblico in generale.
Per la prima volta nella storia della kermesse, tutte le persone che lo desideravano sono entrate al Fashion Hub di Via Ceresio 7 e hanno potuto prendere parte, ad esempio, alla sfilata di Anteprima all’Arena Civica del Parco Sempione per celebrare i trent’anni dalla nascita del brand o, ancora, al più rinomato evento firmato Moncler, nella centralissima Piazza Duomo: uno spettacolo mozzafiato che, malgrado la pioggia, ha radunato circa 18.000 persone.
La maison ha voluto così dare il via ai settanta giorni di festeggiamenti previsti per il suo settantesimo anniversario. Un esercito di 1952 elementi, omaggio all’anno di fondazione del brand, ha riempito la piazza come una nuvola bianca. La performance con 952 modelli, 700 ballerini, diretti dal coreografo francese avanguardista Sadeck Berrabah e supportati da 200 musicisti e 100 coristi, è durata circa un’ora, con special guest assoluta Virginia Toppi, prima ballerina del Teatro alla Scala. Ognuno di loro indossava lo storico piumino Maya in edizione speciale.
Un’analoga “democratizzazione” dell’evento è stata promossa anche dalle scelte di Diesel, che ha permesso di assistere al suo show a tutti coloro che si sono registrati nel sito del brand, e Philosophy di Lorenzo Serafini che, per l’occasione, ha lanciato un contest ufficiale sui suoi canali social, mettendo in palio l’invito alla sfilata. Che sia l’inizio di una rivoluzione nel mondo della moda? Le premesse ci sono tutte ma è solo il primo passo.
Tra gli eventi chiusi, invece, al grande pubblico altri big della moda come Fendi, Roberto Cavalli, Max Mara, Boss, Ermanno Scervino, Giorgio Armani ed Emporio Armani, Jil Sander, Tod’s, Bottega Veneta, Elisabetta Franchi, Moschino, Vivetta, Luisa Beccaria, Prada e Missoni, con le rispettive collezioni Primavera/Estate 2023.
Nel novero dei fashion show che rimarranno impressi nella mente dei presenti spicca indubbiamente Gucci, con la collezione “Twinsburg”, portata in passerella da 68 coppie di gemelli, identici nell’aspetto fisico e nel look, ricercati nella cittadina statunitense di Twinsburg, in Ohio, famosa per essere, appunto, la “città dei gemelli”.
Il direttore creativo, Alessandro Michele, spiega quest’idea ispirata dalla sua condizione familiare, in quanto cresciuto con “due mamme”, come lui stesso le definisce, ossia la mamma e la sorella, considerate quasi la stessa persona. Una fascinazione per il doppio che lo ha portato alla riflessione ontologica sul tema del rapporto tra l’io e l’altro: spettacolo inaspettato, dall’effetto sorpresa straordinario.
Si chiude una MFW segnata dall’inclusività e dalla spettacolarità degli eventi
di Francesca Pirani
MILANO – Quest’anno, il mondo della moda ha deciso di lasciare il suo pubblico ad occhi aperti, stravolgendo ancora una volta le regole del gioco. Abiti ed accessori, che fino a poco prima erano stati i protagonisti dell’evento, hanno lasciato un ruolo preponderante a quell’elemento fino ad oggi relegato alla funzione di cornice: lo spettacolo. Nel corso degli anni siamo stati abituati a vedere le sfilate di moda contornate da personaggi famosi, ma stavolta le performance dal vivo e le rappresentazioni dai toni teatrali hanno avuto un ruolo decisamente centrale nell’organizzazione della settimana più importante per la moda.
Palette delicate, maxi righe, proposte accattivanti ed anticonvenzionali, e ancora combinazioni di volumi generosi con abiti decostruiti, hanno preso parte allo show guidato dall’universo narrativo della teatralizzazione. Collezioni come quelle di Antonio Marras, poliedriche e dai toni del tutto inaspettati, ci hanno portato alla scoperta del teatro dell’opera attraverso richiami alla Sardegna. Una passerella che prende vita passo dopo passo, come in un’avventura, sommersi dalle acque o in terre misteriose, proprio come a teatro. Donne in abiti da esploratrici, variopinti di rose o con larghi scorci romantici, adornate da plissé che rievocano grandi eroine, dalla Tosca fino a Lady Macbeth, si alternano a colpi di scena che rimandano alla contemporaneità dello sportswear e street style.
Anche artisti e designer emergenti come Alessandro Enriquez, hanno saputo dire la loro in termini di spettacolarizzazione e allestimenti di spazi, dove rendere le presentazioni eventi suggestivi dai toni irripetibili. Uno degli eventi più esclusivi della manifestazione è stato organizzato dal giovane designer lo scorso 22 settembre presso il Giacomo Caffè di Palazzo Reale, in Piazza Duomo: una location centralissima dove si è assistito al gioco di colori e combinazione di prodotti diversi creando un glam look, identificabile come una vera e propria icona enriqueziana.
Focus principale dell’evento-performance è stato la bellezza naturale, quasi innocente, dei giovani modelli. Palette nude e romantiche, rossetti rossi e accattivanti, sono stati protagonisti dell’evento, insieme ad una collezione di cui Alessandro Enriquez si è servito per raccontare i colori e i profumi della sua Sicilia, ma anche il calore umano che si respira nella sua terra. Come? Attraverso un evento-sfilata “vivente” e un aperitivo decisamente folcloristico.
In ultimo, l’appuntamento che più di ogni altro ha segnato questa edizione della Fashion Week milanese, cioè l’evento Moncler in Piazza Duomo. Bastino i numeri: 700 ballerini, 200 musicisti, 100 coloristi e 950 modelli, per un totale di 1.952 performer, di fronte a 18.000 spettatori entusiasti. Per essere il primo dei settanta spettacoli ideati dal brand per celebrare i suoi settant’anni di vita, non c’è che dire.
La performance ha ruotato attorno alla giacca e all’iconico capo Maya, rivisitato in stile e materiali diversi e innovativi. Il concept risiede nella possibilità di connettere simbolicamente le origini del marchio al suo futuro servendosi di una “tela bianca”, cioè la piazza su cui la prima ballerina della Scala, Virna Toppi, assieme al corpo di ballo, hanno sfidato i limiti geometrici del corpo umano, con l’obiettivo comune di creare e collegare le diverse community di persone, muovendosi sulle note di una musica elettronica suggestiva.
Ancora una volta, anche il tema della sostenibilità non è passato inosservato, con un evento di celebrazione dei Sustainable Fashion Awards presso il Teatro alla Scala, allo scopo di sottolineare i traguardi raggiunti dal settore moda sul fronte dell’etica ambientale e della salvaguardia del pianeta.
Nulla è stato lasciato al caso. Che sia una moda passeggera o una tendenza del momento, è innegabile che l’essere umano in tutte le sue declinazioni sia stato rappresentato in questa Fashion Week, trovando spazio e partecipando agli spettacoli. Che sia davvero un segno di cambiamento epocale per il panorama dell’haute couture?
Ritorno al passato, invece, per i due stilisti siciliani Dolce & Gabbana. In collaborazione con Kim Kardashian, influencer da 330 milioni di follower, hanno pensato ad una selezione di abiti scelti dagli archivi della maison dal 1987 al 2007, riproposti sulla passerella SS23 come in una mostra vivente. Kim, un’icona moderna, viene così fotografata in bianco e nero in un’atmosfera da cinema italiano neorealista.
Clima totalmente differente quello di Versace, con le sue spose gotiche attuali. Sfilano le top model Gigi e Bella Hadid, Irina Shayk, Rianne Van Rompaey ed Emily Ratajkowski, con outfit dark che non si discostano dal total black e dal viola, proposti sui lunghi abiti neri dagli spacchi audaci, biker in pelle, minidress in pizzo macramè, cappotti dal pattern grafico e velette in tulle. In chiusura, oltre a presentare un omaggio alle spose moderne con baby doll in pizzo, è illuminata dall’ereditiera Paris Hilton che, col suo vestito da sposa in maglia glitterata rosa baby e tiara di Atelier Versace, da cui scende un velo doppio corto, calca la passerella con passo sicuro.
Molto atteso anche l’esordio di Marco De Vincenzo come direttore creativo di Etro. Lo stilista messinese ha puntato su una collezione caratterizzata dal rinnovamento dei codici del brand senza però distaccarsene totalmente ed aggiungendo quel tocco in più, parte della sua cifra stilistica: grande presenza della stampa paisley alternata ai nuovi soggetti esotici ricalcati sui cappotti, jeans, accessori e dei colori degradè declinati sugli abiti e completi. Le aspettative non sono state deluse.
Ciò che è emerso in questa lunga serie di show è la declinazione di una donna che, nella prossima stagione 2023, vestirà colori accesi a partire da tutta la palette di verde, dal fluo, come in Fendi, al più tenue verde acqua, poi il fucsia, l’azzurro, il giallo, anche se il protagonista assoluto sulle passerelle è stato il viola. Seducente e audace con corsetti, guêpière, capi in lingerie e trasparenze anche sui capi da giorno, viste ad esempio da Prada. Una donna libera di esprimere sé stessa e la sua femminilità, oltre che a farsi notare con l’abbigliamento realizzato in paillettes all over, presente da Gucci, Moschino e Francesca Liberatore.
Al contrario, ed in concomitanza, la donna vuole indossare qualcosa che la faccia sentire fresca, leggera e lo fa con il tessuto crochet, una tendenza che torna a popolare le passerelle di Vivetta, Jil Sander e Marco Rambaldi. Si torna anche agli Novanta e Duemila con il total denim ricercato ed elegante di Etro, i jeans sfrangiati di Diesel ed il modello a vita bassa con crop top di Blumarine. Per quanto riguarda gli accessori, grande presenza di platform per le calzature, kitten heels e stivali estivi, mentre Tod’s torna alle iconiche ballerine con gommino. Le borse spaziano dalle micro alle maxi, con le tonalità vivaci e i dettagli, nuovamente denominatore comune, che le rendono uniche.
Oltre a dettare le tendenze, Milano si conferma luogo di festa e divertimento, grazie a due omaggi molto importanti. Il primo a Giovanni Gastel, noto fotografo di moda milanese, con la mostra “Flowers open air”, in Via della Spiga. Trenta delle sue opere che raffigurano ritratti di donne eteree, sovrapposti ad elementi naturali, saranno esposti sino al 4 ottobre prossimo. Il secondo è l’incontro con le opere di uno dei maestri della fotografia del Novecento, Richard Avedon. Un percorso, allestito a Palazzo Reale, che si snoda tra le sue celebri foto in bianco e nero, i suoi ritratti e l’innovazione dei suoi scatti di moda. Marylin Monroe, Brigitte Bardot, Sofia Loren, le modelle Veruschka e Linda Evangelista sono solo alcuni tra i più iconici soggetti dei suoi lavori. L’ultima delle dieci sezioni della mostra è dedicata alla sua collaborazione con Gianni Versace, attraverso gli scatti per la collezione primavera/estate 1980. A lui va l’intuizione dell’avanguardia delle creazioni dello stilista nei primi anni della sua carriera. “Richard Avedon: Relationships” sarà visitabile fino al 29 gennaio prossimo.
La Settimana della Moda milanese si conferma momento di business fondamentale per l’indotto della città, a partire dal settore ricettivo sino a comprendere la ristorazione, lo shopping e i trasporti pubblici o privati, beneficiando anche di una cospicua partecipazione dall’estero: circa 300 giornalisti e 450 buyer.
L’evento meneghino continua ad esercitare un impatto decisivo sul settore della moda in generale, come confermano i numeri: fatturato in aumento (+25%) nel primo semestre 2022 ed un export in continua crescita nei primi cinque mesi del 2022 (+21,9%).
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