Ieri nuovi incidenti hanno interrotto la tregua sin qui mantenuta dai contingenti militari di Azerbaigian, Armenia e Russia, Paesi firmatari dell’accordo trilaterale concluso nel novembre 2020 per il cessate-il-fuoco nell’ultimo conflitto in Nagorno-Karabakh, territorio conteso da decenni ma che il diritto internazionale assegna all’Azerbaigian, sulla base di quattro risoluzioni ONU approvate nel 1993 e una nel 2008. All’origine delle nuove ostilità, vi sarebbe, secondo fonti armene, un attacco da parte azera. Quest’ultima smentisce e punta il dito contro distaccamenti armeni illegali, accusandoli di aver aperto il fuoco tra i distretti di Lachin e Kalbajar.
A cura della Redazione
Nella giornata di ieri, 3 agosto, il Ministero della Difesa della Repubblica dell’Azerbaigian ha emanato un comunicato stampa relativo a quella che viene definita operazione di rivincita, condotta dall’esercito di Baku.
Il comunicato evidenzia che «nel territorio dell’Azerbaigian, dove è temporaneamente dispiegato il contingente di mantenimento della pace russo, membri di formazioni armate armene illegali hanno gravemente violato le disposizioni della dichiarazione del 10 novembre 2020 e, il 3 agosto, hanno commesso un atto terroristico e di sabotaggio contro le unità dell’esercito dell’Azerbaigian».
Secondo quanto si apprende, l’attacco ha provocato l’uccisione di un militare, Kazımov Anar Rustəmoglu, che «è ora un martire». Inoltre, membri di distaccamenti armati armeni illegali avrebbero tentato di impadronirsi delle Alture di Girkhgiz, situate su una catena montuosa che copre il territorio delle regioni di Kalbajar e Lachin, e di stabilirvi nuove posizioni di combattimento.
Come risultato dell’operazione di rivincita “Vendetta”, condotta dalle unità dell’esercito dell’Azerbaigian – prosegue il comunicato – le Alture di Girkhgiz, tra cui Saribaba e diverse alture strategiche lungo la Catena del Karabakh delle Montagne del Piccolo Caucaso, sono state messe sotto controllo. Attualmente, le unità dell’esercito dell’Azerbaigian stanno svolgendo lavori di ingegneria per la creazione di nuove posizioni e la posa di vie di rifornimento su frontiere utili.
Durante l’operazione – fanno sapere da Baku – sono state distrutte diverse postazioni di combattimento di distaccamenti armati armeni illegali ed è stato inflitto un attacco aereo ad un’unità militare di stanza nell’insediamento di Yukhari Oratagh, nell’ex regione di Aghdara. Di conseguenza, la manodopera dei distaccamenti armeni illegali è stata annientata e ferita, così come sono stati distrutti diversi obici D-30, veicoli militari e una grande quantità di munizioni.
L’Azerbaigian ha ripetutamente affermato che la presenza delle forze armate armene e delle formazioni armate armene illegali nei territori sovrani, dove sono temporaneamente di stanza le forze di pace della Federazione Russa, rimane una fonte di pericolo, in contrasto con la Dichiarazione Congiunta.
Sono assolutamente necessari, secondo la parte azera, la smilitarizzazione di quei territori, il ritiro completo delle truppe armene e il disarmo dei distaccamenti armati armeni illegali. Il Ministero della Difesa dichiara che, in base alla Costituzione della Repubblica dell’Azerbaigian, qualsiasi atto terroristico e provocazione commessi nei territori sovrani del Paese sarà decisamente impedito e le contromisure saranno ancora più schiaccianti.
Anche il Ministero degli Affari Esteri ha emanato un comunicato stampa in cui viene sottolineato che «il sanguinoso incidente avvenuto il 3 agosto dimostra ancora una volta che l’Armenia ha violato gravemente l’accordo trilaterale e allo stesso tempo ha minato gli sforzi per la normalizzazione delle relazioni tra i due Stati». Si tratta inoltre di un «indicatore della mancanza di rispetto dell’Armenia per gli sforzi dei mediatori internazionali».
Nel testo si legge che tutta la responsabilità dell’incidente avvenuto sul territorio dell’Azerbaigian «ricade sulla leadership politica e militare dell’Armenia, che non ha ancora ritirato distaccamenti armati illegali dai territori dello Stato vicino». Il Ministero fa sapere infine che il governo continuerà «ad adottare tutte le misure appropriate per garantire la sicurezza dei territori dell’Azerbaigian e l’integrità dei suoi confini».