Photo credit © Shutterstock
A cura della Redazione
(SI-RAG) Annunciato la scorsa settimana, è disponibile da oggi Il continente d’acqua, nuovo numero della rivista Scenari Internazionali, ormai giunta alla sua ventiseiesima pubblicazione cartacea. Stavolta il focus è sul Mediterraneo, un mare ancora oggi importantissimo ma sottovalutato.
«Militari ed esperti parlano da tempo di Mediterraneo allargato, se non addirittura di medio-oceano, per sottolinearne la rilevanza nel quadro delle catene logistiche e delle politiche di sicurezza internazionale», spiega Andrea Fais, direttore responsabile della rivista, aggiungendo: «Già da anni, tuttavia, i centri decisionali dell’UE e della NATO hanno concentrato gran parte della loro attenzione sul Mar Baltico, nel contesto del confronto con Mosca».
La domanda è dunque: che fare? «Impossibile rilanciare appieno la tradizionale vocazione marittima dello Stivale senza prima rivendicare una maggiore autonomia strategica che consenta a Roma di sviluppare nuove connessioni e vettori di politica estera ad oggi troppo deboli», sottolinea Fais, che prosegue: «Le risorse messe in campo dal PNRR sono importanti ma da sole non basteranno. Serve una lungimiranza che consenta al nostro Paese di guardare al 2050».
Stando alla riflessione generale che emerge dall’ultimo numero della rivista, se la classe dirigente italiana fallirà non riusciremo a trarre alcun sostanziale beneficio dal nuovo sviluppo infrastrutturale di un’area in cui agli interessi di tradizionali attori esterni come Stati Uniti, presenti quasi ovunque militarmente, Regno Unito, che si affaccia sul bacino direttamente dalla Rocca di Gibilterra, e Russia, che si proietta sul Mediterraneo dal Mare d’Azov, dal Mar Nero [attraverso gli stretti di Kerč’, Bosforo e Dardanelli] e dal Mar Caspio [attraverso il canale Volga-Don e i due mari precedenti], si sono aggiunti quelli della Cina, molto attiva in Grecia, Balcani e Nord Africa, nel quadro dell’Iniziativa Belt and Road.
All’interno della regione, come spiegato nella pubblicazione, diversi Paesi, in primis la Turchia, stanno lavorando con determinazione per ritagliarsi uno spazio nel Mediterraneo del XXI secolo. Altro attore di rilievo della sponda sud cui Scenari riserva un’analisi dettagliata è l’Algeria – partner ormai imprescindibile per l’Italia – con un articolo specifico e soprattutto con l’intervista esclusiva a S.E. Abdelkrim Touahria, Ambasciatore della Repubblica Democratica Popolare di Algeria.
Nel Paese maghrebino non si parla più solo di gas naturale e, dopo l’approvazione di un nuovo codice per gli investimenti, ci sono molte altre riforme in cantiere e parecchie opportunità in settori assolutamente innovativi, anche in considerazione del suo status di porta d’accesso agli altri mercati arabi ed africani del GAFTA e dell’AfCFTA.
A proposito di energia, tra gli altri, sarà il Porto di Ravenna ad essere chiamato ad uno sforzo di rilievo: allo scalo gestito dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Centro-Settentrionale (AdSP MACS) è stato riservato un investimento da 1 miliardo di euro per la realizzazione di un grande impianto di rigassificazione che dovrà aiutare il Paese a sopperire alle conseguenze della rottura delle relazioni con la Russia.
«Nell’intervista che ci ha concesso, il Presidente dell’Autorità Portuale Daniele Rossi va comunque oltre ed illustra una serie di altri progetti estremamente interessanti che dovranno fare dello scalo ravennate un vero e proprio porto del futuro, aumentandone esponenzialmente la rilevanza nel quadro della movimentazione merci tra Europa Centrale, Nord Italia, Mediterraneo Orientale e Mar Nero, ma anche Medio ed Estremo Oriente», conclude Fais.