A cura della Redazione
Nella giornata di ieri, il presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev ha ricevuto a Tashkent Zhang Ming, segretario generale dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO), l’organizzazione intergovernativa fondata nel giugno 2001 da Cina, Russia, Kazakhstan, Uzbekistan, Kirghizistan e Tagikistan, poi allargata ad India e Pakistan, entrati come membri a pieno titolo nel 2017, cui si aggiungono numerosi altri Paesi membri osservatori e partner per il dialogo.
Come riporta l’ufficio stampa presidenziale, le due parti hanno affrontato questioni di primo piano quali l’espansione della cooperazione pragmatica, il rafforzamento del partenariato regionale nell’alveo della SCO e i preparativi dei principali eventi previsti in quest’anno di presidenza uzbeka dell’organizzazione. Sarà infatti l’affascinante città di Samarcanda ad ospitare il vertice generale dei capi di Stato nella due-giorni del 15-16 settembre prossimi.
Particolare soddisfazione è stata espressa per il completamento di metà degli incontri e delle sessioni programmati per quest’anno, sottolineando la necessità di consolidare il potenziale dell’organizzazione nel contrasto alle nuove sfide e alle nuove minacce nei confronti della stabilità e della sicurezza, al fine di intensificare la cooperazione multilaterale fondata sui principi dello “Spirito di Shanghai”.
Mirziyoyev e Zhang hanno poi prestato specifica attenzione alla promozione dei progetti di interconnettività congiunti negli ambiti dei trasporti, dell’energia pulita, dell’innovazione, dell’economia digitale e della cooperazione industriale. Nata come consesso focalizzato sui temi della sicurezza e dell’anti-terrorismo in una regione sensibile del pianeta come l’Asia Centrale e le sue delicate zone confinarie con le due grandi potenze nucleari, nel corso degli anni la SCO ha infatti esteso il suo raggio d’azione anche a nuovi settori.
Altri due temi prioritari hanno infine riempito l’agenda dell’incontro tra il presidente uzbeko e il segretario generale: l’importanza di ripristinare quanto prima le relazioni socio-culturali e gli scambi turistici, dopo due anni difficilissimi, segnati dalla pandemia; e l’intensificazione del ruolo dell’organizzazione in Afghanistan [dal 2012 Paese membro osservatore SCO] per coinvolgere attivamente Kabul nei programmi di sviluppo infrastrutturale della regione.