A cura della Redazione
La scorsa edizione di Shipping, Forwarding&Logistics meet Industry – appuntamento annuale dedicato all’incontro tra il mondo della logistica, delle spedizioni, dei trasporti, il mondo dell’economia produttiva italiana e la realtà politico-amministrativa – ha assistito in diretta all’inizio della pandemia da Covid-19. Chi c’era si ricorderà delle notizie in arrivo dalla Cina, dei discorsi nei corridoi relativi all’organizzazione di spedizioni di mascherine e guanti verso Wuhan.
Ad un anno di distanza, cosa insegna la crisi pandemica dal punto di vista industriale e logistico? I due punti più evidenti sono l’aumento del peso dello Stato (e del relativo debito) e la resilienza, che è diventata un requisito di ogni attività economica, sia essa industriale, commerciale o logistica. Eppure gli effetti, e le conseguenti lezioni, non si fermano qui. L’aumento del prezzo dei noli marittimi e la scarsa disponibilità di container sono forse un fenomeno passeggero, ma ha messo in luce che la logistica è un fattore della produzione.
Per gli effetti permanenti, in alcuni settori come farmaci e presidi sanitari, i componenti elettronici, le batterie e certe materie prime è in atto l’accorciamento e la ristrutturazione delle catene di fornitura, con diverse sfumature, dal reshoring alla diversificazione produttiva nei singoli mercati di riferimento. Inoltre, gli impedimenti al libero movimento delle persone hanno portato ad un’espansione rapida delle diverse forme di commercio basato sul delivery touchless a scapito di quelle basate sulla distribuzione in luoghi fisici.
Il pericolo paventato la scorsa primavera dal settimanale The Economist di una persistente “economia al 90%” si è avverato, in alcuni casi siamo più vicini all’80%, o peggio. Goldman Sachs calcola che il grado di “apertura” dell’economia europea sia ora al 64%, facendo 100 il periodo pre-pandemia. In ogni caso, al di là della congiuntura, interi settori economici sono in una crisi da cui non si vede sbocco e che tracima in altri settori, apparentemente non collegati.
Peggio, per alcuni settori l’attuale crisi si somma e moltiplica gli effetti di crisi e transizioni già in atto. Un esempio per tutti è la filiera italiana dell’automotive. Questo ha ripercussioni dirette su tutti gli ambiti della logistica e spinge a chiedersi: da una crisi congiunturale siamo ormai ad un ridimensionamento e ristrutturazione del sistema economico? Come prepararsi?
Saranno questi i temi del confronto tra alcuni dei professionisti più qualificati in materia, in programma nella sessione pomeridiana della prima giornata di Shipping, Forwarding&Logistics meet Industry, lunedì 8 marzo.
Interverranno: Nicola Carlone, Ammiraglio Ispettore della Capitaneria di Porto di Genova; Giuseppe Mele, direttore Area Coesione Territoriale e Infrastrutture di Confindustria; Damiano Frosi, direttore dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano; Luca Lanini, professore presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore; Ermanno Giamberini, presidente di Confetra Campania; Mario Mattioli, presidente di Confitarma; Oliviero Giannotti, segretario generale di Assoporti; Ivan Russo, professore associato presso il Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università di Verona; Lucia Buffoli, Transports & Logistics di Mapei Group; Davide Gariglio ed Edoardo Rixi, membri della Commissione Trasporti presso la Camera dei Deputati. A condurre l’incontro sarà Marco Comelli, Principal Consultant presso lo Studio Comelli.