Descrizione
La visita di Giorgia Meloni in Cina dello scorso luglio non è passata inosservata nel mondo, tanto meno nel Paese asiatico, dove l’opinione pubblica è molto attenta alle vicende internazionali e, spesso, mostra un apprezzamento senza eguali per l’Italia, per la sua storia e per le sue eccellenze. Percepita da sempre come un’imprescindibile culla della civiltà occidentale, la Penisola rappresenta, agli occhi della classe dirigente e della società cinese, un unicum nel mondo occidentale, grazie ad una tradizione diplomatica di apertura, ponderazione ed equilibrio, probabilmente più compatibile di altre con la dottrina di politica estera di Pechino, imperniata sui Cinque Principi di Coesistenza Pacifica, lanciati da Zhou Enlai settant’anni fa esatti. Dopo l’uscita dal Memorandum sull’Iniziativa Belt and Road del 2019, aver rafforzato il Partenariato Strategico Globale, a due decadi dalla sua firma nel 2004, è stato il miglior modo per celebrare i 700 anni dalla scomparsa di Marco Polo, simbolo tutto italiano di curiosità, sete di conoscenza e coraggio. Eppure il gigante asiatico resta, per molti occidentali, un “oggetto” ancora misterioso o incomprensibile in un’epoca in cui ignorarlo non è più possibile.
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