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A cura della Redazione
Sono nove le città occidentali nella top-10 dello Smart City Index 2023, la graduatoria che – come spiegano gli autori – mette insieme dati concreti e sondaggi per capire a che punto la tecnologia sta consentendo alle 141 città prese in esame di affrontare le sfide che si presentano loro e raggiungere così un maggior livello di qualità della vita.
Il podio è composto dalla svizzera Zurigo, prima anche nell’ultimo indice del 2021, dalla norvegese Oslo e dall’australiana Canberra. Seguono Copenaghen, Losanna e Londra, che precedono Singapore, settima in assoluto e prima città asiatica in graduatoria. Alle spalle della città-stato vanno a completare i primi dieci posti Helsinki, Ginevra e Stoccolma.
Eppure, se si allarga lo sguardo alle prime venti posizioni, spiccano altre cinque metropoli asiatiche: oltre a Singapore, compaiono infatti anche Pechino (12a), Abu Dhabi (13a), Seoul (16a), Dubai (17a) e Hong Kong (19a). Singapore, Pechino, Seoul e Hong Kong sono state inoltre definite dal rapporto «super-campionesse», assieme a Zurigo ed Oslo, per i loro particolari miglioramenti.
Altro aspetto significativo è che ormai numeri importanti in materia di smart city arrivano anche da molte città non-capitali, quali Montreal, Denver, Losanna, Bilbao, Bangalore, Brisbane, Busan, Sydney, Hong Kong e Shanghai.
Pubblicato a partire dal 2019, lo Smart City Index è realizzato dallo Smart City Observatory, parte del World Competitiveness Center (WCC) dell’IMD Business School, celebre scuola svizzera di management con sedi a Losanna e Singapore.
«Siamo felici di poter trasmettere la reale esperienza di vita dei cittadini sul territorio grazie alla recente acquisizione del livello di città assegnato dal Global Data Lab’s Human Development Index (HDI), un miglioramento rispetto ai dati di livello nazionale che abbiamo utilizzato nelle precedenti edizioni», ha sottolineato Bruno Lanvin, direttore dell’Osservatorio.
L’Indice di Sviluppo Umano (HDI) – che misura l’aspettativa di vita, gli anni di scolarizzazione previsti, gli anni medi di istruzione completati e il reddito pro-capite dei cittadini – viene dunque integrato con una serie di sondaggi che hanno coinvolto circa 20.000 persone, cui è stato chiesto un parere riguardo il livello di vita nelle rispettive città, le principali priorità nonché le diverse strutture e tecnologie per capire se le soluzioni innovative stanno efficacemente risolvendo le loro principali preoccupazioni.
I partecipanti sono stati interpellati anche a proposito della sensazione di conforto rispetto a tecnologie potenzialmente più invasive, quali il riconoscimento facciale e la condivisione dei dati personali per lo smaltimento della congestione veicolare.
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