di Lameez Omarjee
[fin24]
Il settore industriale primario, secondo il direttore dell’Istat sudafricano Pali Lehohla, ha contribuito «in maniera significativa» con una crescita del 10,3%. In questo ambito, ad esempio, l’apporto del comparto agricolo è stato notevole, con un aumento del 33,6%, incidendo dello 0,7% sulla crescita totale del PIL. Il settore minerario, invece, è cresciuto meno, solo del 3,9%, con un’incidenza dello 0,3% sull’aumento globale del PIL. Nel settore secondario, l’aumento è stato dell’1,9%, con una crescita dell’industria manifatturiera pari all’1,5%. La produzione di elettricità è aumentata dell’8,8%, mentre il comparto delle costruzioni è diminuito dello 0,5%.
Esaminando il settore terziario, questo ha fatto registrare una crescita dell’1,2%, con l’interscambio cresciuto dello 0,6%, i trasporti del 2,2% e i servizi finanziari del 2,5%. Questi ultimi, sommati ai servizi immobiliari e commerciali, hanno contribuito per mezzo punto percentuale alla crescita del PIL. Lehohla ha inoltre notato che la produzione agricola, anche se cresciuta in modo significativo, non ha contribuito in maniera altrettanto significativa all’aumento dell’occupazione a motivo della crescente meccanizzazione. Questa crescita si deve in gran parte agli eccezionali raccolti di mais previsti nel secondo e nel terzo trimestre dell’anno.
Per quanto riguarda le famiglie, la loro spesa finale ha inciso per il 4,7% nel secondo trimestre, in gran parte (26,7%) per abbigliamento e calzature. Tuttavia, la spesa per l’istruzione è diminuita dello 0,9%, così com’è in calo quella per ristoranti e alberghi (-7%), e quella relativa ai trasporti (-9,8%). Aumenta invece la spesa per beni semidurevoli (+21,2%) e non durevoli (+7,9%), in particolare come conseguenza di un rimbalzo delle vendite al dettaglio, altro segno di un generale miglioramento del clima economico.
Traduzione a cura dell’Ambasciata della Repubblica del Sudafrica in Italia
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