Turchia. Nuove riserve di petrolio e forniture di gas ma spazio anche alle rinnovabili

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A cura della Redazione


La Turchia ha scoperto riserve equivalenti aggiuntive per 60 milioni di barili di petrolio con 26 nuove esplorazioni on-shore quest’anno, che si aggiungono alla scoperta del Mar Nero, la più grande di sempre per il Paese. A comunicarlo è stato, lunedì, Fatih Dönmez, ministro per l’Energia e le Risorse Naturali del governo di Ankara. Intervenendo al Parlamento, Dönmez ha riassunto i risultati raggiunti dalla Turchia utilizzando le proprie navi per completare 15 perforazioni off-shore, oltre alle esplorazioni on-shore.

«A livello on-shore sono state avviate 99 esplorazioni, produzioni e pozzi di prova, e sono state condotte perforazioni per quasi 224.000 metri negli ultimi nove mesi», ha spiegato il ministro, citato dal Daily Sabah, aggiungendo che proprio grazie a questi risultati sarà possibile incrementare le forniture di gas tanto da coprire l’aumento del 22% nei consumi nazionali, previsto per quest’anno, a causa del significativo deficit nella produzione di energia idroelettrica.

La domanda record aveva già spinto il Paese ad intensificare gli sforzi per rinnovare i contratti a lungo termine in scadenza questo inverno. Il mese scorso, ad esempio, il governo ha annunciato la conclusione di un accordo triennale con l’Azerbaigian per la fornitura di 11 miliardi di metri cubi di gas naturale.

Stando alle stime, il governo turco si attende un dato pari a 60 miliardi di metri cubi per il 2021, quasi un quinto in più rispetto alle previsioni precedenti. Si tratta di un aumento considerevole dai 45-50 miliardi di metri cubi consumati mediamente ogni anno dal Paese per un costo compreso tra 12 e 15 miliardi di dollari. Già nel 2020, infatti, Ankara aveva importato 48,1 miliardi di metri cubi di gas, il 6% in più rispetto al 2019, ed un terzo del totale proveniva dalla Russia.

Dönmez ha dunque rassicurato i cittadini dichiarando di non attendersi alcun problema per il prossimo inverno grazie a tre fattori principali: la diversificazione delle forniture; il maggior numero e la maggior capacità dei punti di ingresso di gas naturale e GNL nel Paese; i piani per irreggimentare gli impianti sotterranei di stoccaggio del gas, attualmente pieni per tre quarti.

Il ministro ha anche discusso dei piani per le energie alternative previsti nel quadro dei progetti dedicati alle Zone alle Energie Rinnovabili (YEKA), che dovranno fornire 2.000 MW dall’eolico e 2.500 MW dal solare.



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