UNIDO. Tavola rotonda sul tessile in Africa, Franceschini (CNA): Creare relazioni più profonde

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Photo credit © CNA




A cura della Redazione


Codeway, la fiera del business e della cooperazione internazionale, in corso alla Fiera di Roma, è una piattaforma che si presta a creare occasioni di confronto e discussione tra i diversi operatori impegnati nei processi di internazionalizzazione, con particolare attenzione alla cooperazione.

In quest’ambito, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale (UNIDO) ha realizzato nella mattinata di ieri un panel di discussione che ha coinvolto Sara Berlese, Chief Technical Coordinator presso UNIDO ITPO, con base in Egitto, Frank Van Rompaey, UNIDO Representative a Ginevra, Omar Bellicini, External Relations Manager – MICS (Made in Italy Circolare e Sostenibile), e Antonio Franceschini, Responsabile Nazionale CNA Federmoda e Responsabile Ufficio Promozione e Mercato Internazionale CNA.

Oggetto del confronto il tema Progetti, sfide e opportunità, la sostenibilità e la crescita economica dell’industria tessile-abbigliamento in Africa. Le industrie tessili e della moda si trovano in un momento cruciale, caratterizzato da una profonda ristrutturazione e consolidamento.

Nel mezzo di questa trasformazione, i Paesi africani offrono sia opportunità uniche che sfide significative. I progetti UNIDO in Egitto, Ghana e nei Paesi C4 – Benin, Burkina Faso, Ciad e Mali – si concentrano sulla costruzione di una catena del valore locale del tessile e dell’abbigliamento che sia economicamente inclusiva e responsabile dal punto di vista ambientale, rimodellando e migliorando il loro ruolo nella catena del valore globale.

Essendo importanti produttori di cotone, questi Paesi stanno investendo nella sostenibilità per aumentare l’attrattivà e la competitività dell’“oro bianco”, la fibra naturale più utilizzata al mondo. Tuttavia, rimane ancora un potenziale non sfruttato in termini di valore aggiunto e innovazione. Stanno emergendo nuove opportunità per poli produttivi e iniziative imprenditoriali focalizzate sul riciclaggio e sul riutilizzo, che mirano a creare posti di lavoro, migliorare i mezzi di sussistenza e promuovere la sostenibilità ambientale.

Il panel che ha visto coinvolta CNA ha esplorato il potenziale dell’Africa di diventare un attore-chiave nella produzione tessile sostenibile e ha cercato di capire come il Continente possa cogliere le opportunità derivanti dagli attuali cambiamenti nell’approvvigionamento di prodotti tessili e di abbigliamento.

Nel suo intervento, Antonio Franceschini, oltre a fare una panoramica delle esperienze realizzate da CNA in Tunisia, Etiopia, Mozambico e Burkina Faso, e della progettualità in corso in Egitto e Nigeria, ha evidenziato come creare più profonde relazioni con l’Africa possa diventare strategico per il sistema moda italiano.

«Partendo da una nuova visione euromediterranea che coinvolga i Paesi del Nord Africa si può poi passare a costruire partnership tra imprese nell’Africa Subsahariana»
, ha dichiarato lo stesso Responsabile Nazionale di CNA Federmoda, che poi ha concluso: «La creatività richiede contaminazione e la connessione tra realtà italiane ed africane può anche essere di supporto per cogliere nuove opportunità di mercato».



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