A cura della Redazione
Nella giornata di oggi, lunedì 12 maggio, dopo un fine settimana di trattative a Ginevra, in Svizzera, tra le delegazioni dei due governi, Cina e Stati Uniti hanno dato il via ad una fase di distensione commerciale, tagliando i dazi reciproci di 115 punti percentuali.
Sulla base dell’accordo raggiunto, entrambi i Paesi vedono così crollare le rispettive barriere tariffarie dal 125% al 10%. Resta in vigore, tuttavia, il dazio del 20% già approvato da Donald Trump a marzo per fare pressione sulla Cina in relazione alla questione dei precursori del fentanyl. Complessivamente, dunque, i beni statunitensi indirizzati in Cina subiranno un dazio del 10% e quelli cinesi verso gli Stati Uniti del 30%.
L’intesa ha così azzerato tutto ciò che era stato deciso a partire dal 2 aprile scorso, quando Donald Trump presentò al mondo la sua tabella dei dazi. Pechino, che non si era piegata alle sue richieste, aveva risposto a tono, avviando un confronto a distanza che in poche settimane ha visto lievitare le barriere tariffarie reciproche, sino all’ultimo colpo di coda del tycoon, che aveva minacciato di arrivare ad un dazio del 245% su diversi prodotti di fabbricazione cinese.
«Abbiamo avuto colloqui molto produttivi e credo che il luogo, qui sul Lago di Ginevra, abbia aggiunto grande serenità a quello che è stato un processo molto positivo», ha detto alla stampa il segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent in conferenza stampa, citato da CNBC.
«La dichiarazione congiunta sul Vertice Economico e Commerciale Cina – Stati Uniti di Ginevra è un passo importante verso la risoluzione delle divergenze tra i due Paesi attraverso il dialogo e la consultazione equi», è stato invece il commercio di un portavoce del Ministero del Commercio cinese, riportato da Xinhua, aggiungendo che l’intesa «ha gettato le basi e ha creato le condizioni per colmare ulteriormente le differenze e approfondire la cooperazione, ha detto il portavoce».
Le prime due economie mondiali avranno ora a disposizione novanta giorni, durante i quali poter sfruttare al massimo il meccanismo stabile di consultazione previsto dagli accordi di Ginevra, con l’obiettivo di coniugare le esigenze reciproche in materia commerciale.
La prova muscolare tra i due leader vede, dunque, al momento prevalere le richieste della Cina di aprire un confronto paritario, rinunciando ai toni aggressivi utilizzati dall’Amministrazione statunitense contro il colosso asiatico già poco dopo il suo insediamento del gennaio scorso.
Appena tre giorni fa, del resto, la diffusione dei dati del commercio estero cinese relativi al mese di aprile aveva smentito le previsioni di Trump in merito a presunte difficoltà dell’economia del Dragone, con un valore dell’interscambio in crescita del 5,6% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, trainato proprio dalle esportazioni (+9,3%).
© Riproduzione riservata