Lombardia: manifattura stabile nel primo trimestre, arrivano primi segnali di ripresa

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Photo credit © Confindustria Lombardia




A cura della Redazione


I dati del primo trimestre 2025 confermano stabilità per il comparto manifatturiero lombardo, con livelli produttivi in leggero miglioramento. La produzione industriale cresce leggermente rispetto al trimestre precedente (+0,4%) e il fatturato resta stabile (+0,1%), gli ordini interni flettono ancora (-0,3%) ma sono positivi dall’estero (+0,4%).

Per gli imprenditori permangono le incertezze legate al contesto economico internazionale, ai costi energetici e alla domanda ancora debole, principalmente sul mercato interno ma si intravedono opportunità legate alla possibile riduzione dei costi delle materie prime e ad una ripresa dei consumi. L’occupazione torna a crescere con il saldo positivo tra ingressi e uscite, dove il ricorso alla cassa integrazione da parte delle imprese mostra una minore incidenza ed è presente solo in alcuni settori in difficoltà: siderurgico, tessile e abbigliamento.

I dati congiunturali dell’artigianato confermano la tenuta del comparto manifatturiero lombardo registrando variazioni minime dei livelli rispetto al trimestre precedente (-0,3% sia produzione che fatturato). Gli ordini segnano una variazione congiunturale lievemente positiva sia dall’interno che dall’estero (+0,2%).

Anche il dato tendenziale conferma la stabilità dei livelli produttivi poco sotto i valori massimi raggiunti, registrando variazioni negative su base annua del -0,4% per l’industria e -0,3% per l’artigianato. Fanno meglio gli ordinativi dell’industria, in particolare dall’estero (+3,0% dall’estero e +0,3% dall’interno). Il dato tendenziale del fatturato è positivo sia per l’industria che per l’artigianato (+0,7% entrambi).

Tra i settori più performanti: alimentari (+3,7%), chimica (+2,8%), carta-stampa (+2,3%) e abbigliamento (+1,5%). Stazionaria la produzione dei minerali non metalliferi e legno mobilio (+0,2%), e siderurgia (0%). In contrazione moderata la produzione di meccanica (-1,2%), gomma-plastica (-1,4%) e manifatturiere varie (-1,6%).

Più intensa la contrazione dei livelli produttivi di tessile (-3,7%), pelli-calzature (-4,7%) e mezzi di trasporto (-5,6%). Nell’artigianato i settori in crescita significativa sono solo due: alimentari (+3,4%) e tessile (+1,9%). Stazionari con minime variazioni positive e negative i settori: legno-mobilio (+0,4%), carta-stampa (-0,3%) e minerali non metalliferi (-0,5%). Più marcato il calo degli altri settori.

Recupera l’occupazione, come accennato, dopo i segnali di cedimento del secondo semestre 2024: per l’industria il saldo tra ingressi e uscite è positivo (+0,5%) e si riduce leggermente il ricorso alla cassa integrazione, che resta maggiormente utilizzata dai settori più in difficoltà (siderurgia, tessile, abbigliamento). Nell’artigianato, la dinamica è simile con un saldo positivo identico (+0,5%).

Per gli imprenditori lombardi, le aspettative restano caratterizzate da incertezza con positività su fatturato (+4,8%) e produzione (+4,3%), ma su valori più contenuti rispetto ai passati trimestri di inizio anno, a cui si contrappone il saldo negativo per la domanda interna (-5,4%). Anche per l’occupazione il clima resta positivo (+3,0%).

L’indagine di Unioncamere Lombardia ha inoltre previsto un focus sul tema della sostenibilità, da cui emerge una sensibilità ancora elevata tra gli imprenditori lombardi. Il tema è ritenuto importante per il proprio business dall’80% degli industriali, quota che scende al 66% tra gli artigiani manifatturieri. Le grandi imprese mostrano livelli elevati di attenzione (oltre il 90%), mentre tra le microimprese tale quota si attesta al di sotto del 60%, evidenziando un divario strutturale.

«In un quadro internazionale ancora caratterizzato da forti elementi di incertezza, l’incremento degli ordini esteri (+0,4%) costituisce per le imprese lombarde un segnale positivo, che lascia intravedere i primi segnali di una ripresa in corso», ha dichiarato Gian Domenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia, che ha aggiunto: «In merito ai dazi, le imprese sono pienamente consapevoli delle potenziali criticità, ma continuano a dimostrare una notevole capacità di adattamento, elemento che rappresenta un punto di forza nel confronto con i nuovi scenari globali».

«In un contesto geopolitico ancora complesso le imprese lombarde confermano ancora una volta la loro straordinaria capacità di restare competitive, riuscendo a cogliere opportunità di crescita anche in una situazione tutt’altro che favorevole», ha affermato Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, che ha proseguito: «I dati positivi sia dell’occupazione sia della produzione ci consentono di guardare con ottimismo ai prossimi mesi. Il nostro è un ecosistema solido e maturo che continua a primeggiare in Italia e in Europa. Certamente ci sono questioni ancora irrisolte come i ‘costi energetici’ e l’iper-regolamentazione europea che necessitano di risposte chiare e concrete in tempi rapidissimi».

«Di fronte ad un’Europa che ha annunciato un rallentamento della congiuntura, con un’attesa contrazione del PIL dell’Eurozona, la Lombardia risponde con segnali positivi, segno della resilienza e reattività del nostro territorio», ha osservato Giuseppe Pasini, presidente Confindustria Lombardia, che ha precisato: «Il +0,4% registrato dalla produzione industriale lombarda rispetto al trimestre precedente, la stabilità del fatturato e la crescita degli ordinativi dell’industria, con un contributo maggiore dall’estero (+3%) rispetto all’interno (+0,3%), sono un chiaro indicatore di come le nostre imprese riescano – almeno per ora – a fronteggiare un contesto globale ancora gravato da fardelli cronici a cui si contrappone un’azione europea non certo incisiva. Nodo dei costi dell’energia elettrica, materie prime strategiche non protette, minacce di import massiccio dalla Cina come reazione indiretta ai dazi americani. Queste sono le principali criticità che non consentono dilazioni all’Europa. Se Bruxelles non agirà velocemente, l’UE rischia di compromettere in modo permanente la competitività della sua manifattura, intaccando proprio quei territori che, come la Lombardia, creano valore grazie all’economia reale, riscoperta dalle potenze globali come fattore strategico di solidità economica e sociale».

Stefano Fugazza, presidente CLAAI Lombardia, ha spiegato: «I dati della congiunturale riflettono l’andamento positivo registrato anche dai terminali territoriali delle nostre organizzazioni. Al di là degli scenari internazionali e confidando in un rientro significativo dalla questione dei dazi, le preoccupazioni degli artigiani del manifatturiero riguardano principalmente il costo dell’energia spesso soggetto a fiammate improvvise, l’accesso al credito e il reperimento di personale. Per quanto riguarda il personale, confidiamo che il progressivo successo degli ITS possa avere al più presto una ricaduta anche per il mondo artigiano. Per gli interventi sul risparmio energetico, possiamo testimoniare come associazione il successo dei bandi regionali e nazionali che prevedono, tra l’altro, agevolazioni per l’acquisto di tetti fotovoltaici, sistemi di accumulo e l’acquisto di macchinari meno energivori. Resta aperto poi per tutti il fronte del credito. Bene il sostegno ai Confidi. Indispensabile garantire un aiuto finanziario all’imprenditoria straniera, sempre più presente nel manifatturiero. Ad esempio, solo tra Milano e la Brianza nel metalmeccanico artigiano sono presenti già 536 attività a guida non italiana. Salgono gli stranieri anche nel legno arredo: oggi sono 771 tra il capoluogo e la provincia di Monza».



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