Effetto CR7. Costi, numeri e impatto della mastodontica operazione di mercato della Juventus

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di Alessio Bava


«Bisogna avere pazienza, tra cinque anni la Juventus potrà permettersi di comprare uno come Ronaldo». Così profetizzava Andrea Agnelli esattamente cinque anni fa. Da allora, infatti, i ricavi della Juventus sono pressoché raddoppiati, passando dai 283,8 milioni di euro della stagione 2012/2013 ai 562,7 milioni della stagione 2016/2017, per quanto le previsioni per il 2017/2018 prevedano una leggera flessione intorno ai 540 milioni. Secondo le prime stime di KPMG, il costo del fuoriclasse portoghese andrebbe a bilancio per 68,42 milioni a stagione a cui bisogna aggiungere i 28 milioni annuali di ammortamento del costo del cartellino, per un costo totale di 96,42 milioni di euro all’anno.

L’operazione CR7, dunque, costerebbe complessivamente circa 385 milioni: un esborso enorme che, oltre a far leva sul virtuosismo di bilancio della società bianconera negli ultimi anni, guarda anche in prospettiva e confida in un ulteriore aumento dei ricavi nell’immediato futuro, trainato proprio dalla figura di Cristiano Ronaldo. Acquistare un top player del genere, infatti, non significa solamente assicurarsi le prestazioni di uno dei più forti calciatori al mondo, cinque volte Pallone d’oro, ma rappresenta anche un investimento economico molto oneroso nella speranza di un ritorno economico considerevole.

Investire in un calciatore di 33 anni potrebbe sembrare un’operazione piuttosto azzardata, nonostante si tratti uno dei più forti calciatori in circolazione e dimostri, dal punto di vista atletico, un’età biologica di 23 anni, almeno stando alle valutazioni effettuate qualche mese fa dallo staff del Real Madrid. Eppure, Cristiano Ronaldo è letteralmente un’economia su due gambe, oltretutto piuttosto solide non solo in virtù delle sue prestazioni, ma anche per il brand CR7. Sostenere economicamente l’acquisto di Cristiano Ronaldo è un’esigenza che, allo stesso tempo, offre l’opportunità di avvicinarsi, dal punto di vista commerciale, agli altri top club europei, i quali attingono a laute sponsorizzazioni e ricchi ricavi dal merchandising, a differenza della Juventus, le cui entrate provengono in buona parte dai diritti televisivi.

Aumentare il ricavo commerciale significa, in primo luogo, rilanciare il materiale bianconero, a partire dalla maglietta ufficiale dell’asso lusitano. Negli anni passati, la camiseta blanca col numero 7 ha fatto registrare circa un milione di vendite all’anno. Ora, sulle ali dell’entusiasmo seguito all’annuncio del suo trasferimento a Torino, è già scoppiato il boom di acquisti della sua nuova maglia bianconera. Lo certificano il web-store in sovraccarico di ordini e i negozi fisici, letteralmente presi d’assalto, di Torino e Milano, dove ogni minuto viene venduta una maglietta di CR7.

Considerando che i prezzi di una divisa ufficiale della Juventus vanno dagli 89 euro della versione bambino ai 145 euro della versione authentic, ovvero la replica reale della maglietta che indosserà a breve Cristiano Ronaldo, i ricavi commerciali dovrebbero schizzare a livelli mai visti prima dalle parti di Villar Perosa, permettendo di ripagare potenzialmente il suo acquisto anche solo tramite il merchandising. Stando ai calcoli, per rientrare economicamente dell’investimento servirebbe un incremento di circa il 30% dei ricavi commerciali: missione difficile, ma non impossibile. Tale percentuale di aumento era già prevista per il costo degli abbonamenti all’Allianz Stadium, la cui campagna abbonamenti sarà ora facilitata nonostante il rincaro.

Per quanto concerne i diritti televisivi della Serie A, questi sono già stati assegnati il mese scorso per i prossimi tre anni, quindi prima della conclusione della trattativa che ha portato Ronaldo in Italia. D’altro canto, nel caso in cui l’effetto CR7 portasse ad un incremento di abbonati TV, potrebbe scattare una clausola che sbloccherebbe un ulteriore tesoretto di 150 milioni di euro da spartire tra tutte le squadre del massimo campionato.

Soltanto nell’ultima stagione il marchio CR7 ha raccolto circa 45 milioni di euro dalle molteplici sponsorizzazioni individuali. Legandolo a quello della Juventus, questo ne guadagnerà in visibilità e in potere contrattuale per future partnership commerciali. Cristiano Ronaldo ha infatti un seguito maggiore di qualsiasi squadra al mondo, vantando una vasta schiera di follower, pari a circa 300 milioni di utenti, soprattutto nel mercato asiatico, dove tra l’altro il marchio bianconero ha ampi margini di crescita.

I social media hanno un impatto economico non indifferente, soprattutto se parliamo dell’uomo più seguito del mondo. Si stima infatti che ogni inserzione pubblicitaria promossa da Cristiano Ronaldo produca un introito aggiuntivo di circa 1,5 milioni di euro per l’azienda interessata. A questo proposito si deve tener conto che l’effetto CR7 si è già manifestato sul web nel giro di pochi giorni, con un aumento di 4 milioni di follower per la Juventus a scapito del Real Madrid, che ne ha invece persi 2 milioni.

L’effetto CR7 non ha certo trascurato nemmeno l’aspetto finanziario. Le azioni della Juventus sono salite del 30% nella prima settimana di luglio, quando le voci di mercato avevano iniziato a farsi più concrete, portando la capitalizzazione della Juventus Football Club Spa da circa 660 a 880 milioni di euro. Infine, considerando anche il già stabilito aumento dei diritti della Champions League, il contributo sportivo di Cristiano Ronaldo potrebbe generare un ulteriore impatto economico positivo nel caso in cui la Juventus, grazie all’aiuto del capocannoniere del massimo torneo europeo, riuscisse a trionfare nella finale del 2019, in programma – ironia della sorte – proprio a Madrid, al Wanda Metropolitano, il nuovo stadio degli eterni rivali dell’Atletico.


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