IMD. Pubblicata nuova classifica mondiale della competitività: Italia perde 9 posizioni in un anno

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Come ogni anno, lo scorso 31 maggio, l’Istituto Internazionale per lo Sviluppo del Management (IMD), fondato in Svizzera nel 1990, ha pubblicato la classifica mondiale della competitività relativa ai 63 Paesi più avanzati. Per la prima volta, quest’anno, il Centro per la Competitività Mondiale dell’IMD ha pubblicato anche un rapporto separato sulla competitività digitale. Pur rimarcando che gli indici scientifico-tecnologici sono inclusi anche nella classifica generale, l’IMD sottolinea che «la nuova Classifica della Competitività Digitale introduce alcuni inediti criteri per misurare la capacità dei Paesi di adottare ed esplorare le tecnologie digitali promuovendo la trasformazione dei metodi di governo, dei modelli di business e della società in generale».

Per l’Italia non ci sono buone notizie sul fronte della competitività. Secondo i dati dell’IMD, infatti, il nostro Paese perde nove posizioni, passando dal 35° al 44° posto. Il podio se lo aggiudicano, in ordine, la RAS cinese di Hong Kong, la Svizzera e Singapore. Proprio la città-Stato guidata da Lee Hsien Loong supera gli Stati Uniti, che retrocedono in quarta posizione, davanti ad Olanda, Irlanda, Danimarca, Lussemburgo, Svezia ed Emirati Arabi Uniti.

Notevole è il balzo in avanti della Cina continentale (cioè la Repubblica Popolare Cinese ad esclusione dei suoi territori d’oltremare di Hong Kong, Macao e Taiwan), che passa dal 25° al 18° posto, confermando i passi in avanti del piano di riforme strutturali avviato lo scorso anno. Perde soltanto una posizione il Regno Unito, dal 18° al 19° posto, nonostante i timori legati alla Brexit, mentre la Nuova Zelanda, premiata pochi mesi fa dal rapporto Ease of Doing Business 2017 della Banca Mondiale come nazione più business-friendly al mondo, in termini di competitività si ferma al 16° posto.

Tra gli emergenti spicca l’exploit del Kazakhstan, che in appena un anno guadagna ben quindici posizioni, passando dal 47° al 32° posto. Anche l’Indonesia scala la classifica, conquistando il 42° posto rispetto al 48° del 2016. Perdono quota, invece, Russia (dal 44° al 46° posto), India (dal 41° al 45°) e Brasile (dal 57° al 61°), subito dietro Argentina (58a), Croazia (59a) ed Ucraina (60a). Fanalino di coda, al 63° posto, il Venezuela di Maduro, ancora in piena crisi interna.

Per quanto riguarda la competitività digitale, la classifica a tema cambia ma non in modo radicale, confermando grossomodo le tendenze in atto. Anche in questo caso, resta negativo il trend dell’Italia, che passa dal 34° al 39° posto. Trionfa Singapore, che si conferma meta ideale per innovazione e investimenti, seguita da Svezia, Stati Uniti, Finlandia, Danimarca, Olanda, Hong Kong, Svizzera, Canada e Norvegia. Chiudono la classifica Mongolia, Perù e Venezuela. Male la digitalizzazione anche in Brasile, Messico, Argentina, Colombia e Cile, emblematici di una fase di crisi generalizzata in America Latina.


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