San Pietroburgo. Un museo della Vodka per conoscere il prodotto trainante nel settore beverage russo

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Maestosamente affacciata sul Mar Baltico, San Pietroburgo è stata per ben due secoli capitale dell’Impero Russo. Fondata nel 1703 da Pietro il Grande, raffigurato nel simbolo della città, cioè la statua del Cavaliere di Bronzo, ancor oggi San Pietroburgo è considerata il centro culturale di tutta la Russia, grazie a vere e proprie istituzioni come il Teatro Mariinsky, con i suoi spettacoli di opera e balletto, ed il Museo di Stato russo, con le sue mostre di arte russa, dalle icone ortodosse alle opere di Kandinsky. Tuttavia, c’è anche dell’altro.


di Anna Latsygina


Chi volesse visitare luoghi insoliti a San Pietroburgo, può pensare di fare un giro al Museo della Vodka.
Si tratta di una mostra inaugurata il 16 ottobre 2008 nei pressi della Cattedrale di Sant’Isacco, all’interno di un edificio storico dove un tempo si trovava il Maneggio delle Guardie a Cavallo. Il Museo della Vodka Russa lavora in collaborazione con il ristorante tipico Russian Ryumochnaya n. 1. Molti famosi gruppi musicali, tra cui i Rammstein, i Supermax o i Faithless, così come il pugile Alexander Baluev, l’attore Gerard Depardieu e molti altri personaggi celebri, sono stati ospiti di questo insolito museo.


Un po’ di storia

La vodka apparve in Russia all’inizio del XV secolo, quando i monaci del Monastero di Chudov, al Cremlino di Mosca, cominciarono ad usare il pane di grano. All’inizio questo alimento veniva usato per realizzare tinture e profumi. Durante l’epidemia di peste provarono addirittura ad usarlo come medicina. Sebbene l’alcool fosse inutile come cura, dalla metà del XV secolo cominciò ad essere consumato come bevanda e per lungo tempo fu chiamato vino da pane, vino indigeno e amaro. Solo nel XVII secolo questo vino divenne noto come vodka.

Sotto Pietro I, la propaganda per promuovere il consumo di alcolici raggiunse il suo scopo più alto e furono create tutte le condizioni per favorire l’abitudine del bere. L’obiettivo era quello di riorganizzare il Paese attraverso la ricostituzione del bilancio dello Stato. In seguito – sotto Alessandro II, Alessandro III e Nicola II – l’industria della distilleria, una delle più redditizie, si sviluppò ad un ritmo accelerato. All’inizio del XX secolo, tuttavia, l’ebbrezza dilagò e diventò un’abitudine problematica tanto che nel 1914 fu imposto il divieto di produzione e vendita di vodka, rimasto in vigore per quasi dieci anni fino all’ascesa di Josif Stalin al potere nel 1924.

Negli anni successivi, sotto il comando del leader sovietico, il volume della produzione di bevande raggiunse una quota pari ad 1 milione di decalitri all’anno e la vodka tornò ad essere una bevanda di largo consumo almeno sino ai primi anni Ottanta. Con l’avvento al potere di Mikhail Gorbaciov nel 1985 fu introdotta una legge secca di divieto dell’alcoolismo, esistita fino al 1990, quando la vendita tornò libera. Per molti russi, a distanza di secoli dalla sua prima introduzione, la vodka rimane un prodotto indispensabile, con cui celebrare le festività, gioire e “battezzare” i prodotti acquistati, alleviare lo stress e l’infelicità.


Produzione e ricavi nella Russia odierna

Il 2016 è stato un anno di riferimento per l’industria degli alcolici. Per la prima volta in tre anni, la produzione legale di vodka è cresciuta fino a 71,3 milioni di decalitri, ovvero del 15% rispetto al periodo precedente, come stimato dall’Unione dei Produttori di Alcool (FAP). A febbraio 2016, lo Stato ha iniziato a ripulire il mercato dalle attività di produzione illegali: il Servizio Federale Fiscale e il Servizio Federale di Sicurezza (FSB) hanno condotto operazioni investigative presso le distillerie di Kabardino-Balkaria e l’Ufficio del Distributore di Vodka “Status-groups”, il quale non ha subito contestazioni fiscali. Il Portale di Informazione del Sistema Automatizzato Unificato di Stato (EGAIS) ha rilevato la presenza di molti più prodotti rispetto a quanto indicato nelle dichiarazioni delle aziende, che hanno così accumulato un debito con lo Stato pari a 24 miliardi di rubli.

Le inadempienze fiscali nella vendita di alcolici sono state risolte, come ha affermato il rappresentante del Servizio Federale per la Regolamentazione del Mercato degli Alcolici nella Federazione Russa (RAR). In ottobre, il Ministero delle Finanze ha presentato un nuovo schema per la ripartizione delle accise fra le regioni. Dal 2017, l’idea strategica dello Stato è l’inclusione delle autorità regionali nel meccanismo di controllo della legalità del mercato, come afferma il vicepresidente di Russkij Standard Igor Kosarev, ed il nuovo sistema di distribuzione può avere massima efficacia in cooperazione con il Sistema EGAIS. Attraverso questo meccanismo le regioni possono realmente controllare la vendita di alcool.

Al dicembre 2018 sono stati prodotti ben 18,43 milioni di decalitri di alcool (-0,1% su base annua). Nel frattempo, la transizione verso la nuova versione del Sistema di informazioni automatizzato di Stato unificato (conteggio delle marche aziendali) è stata indolore per gli operatori di mercato. Dal primo luglio 2018 è stata introdotta nell’EGAIS la contabilità degli alcolici bottiglia per bottiglia, per la registrazione della produzione e della rivendita di bevande alcoliche.
La vodka russa è considerata bevanda nazionale del popolo. Non c’è matrimonio o memoriale che possa prescindere dal suo utilizzo e, addirittura, sono collegati alla vodka anche molti eventi storici.




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