UE. Accordo concluso al Consiglio Europeo: quali strumenti e condizionalità?

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Dopo quattro giorni e quattro notti di alta tensione, in particolare per le ritrosie dei Paesi cosiddetti “frugali”, al Consiglio Europeo si è chiusa ieri mattina intorno alle 6.00 una delle più intense trattative nella storia dell’UE che, per la prima volta, crea un meccanismo di debito comune. In totale, tra bilancio e nuovi strumenti, finiscono sul piatto 1.824,3 miliardi di euro. Next Generation EU mette in campo 750 miliardi tra prestiti (360 mld) e sussidi (390 mld): di questi, 209 finiranno all’Italia (82 in sussidi e 127 in prestiti). C’è ovviamente anche un quadro di condizionalità, in parte rinnovato ed adattato alla situazione, legato ad una serie di criteri, tra cui il rispetto delle raccomandazioni specifiche per paese, gli investimenti sull’ambiente e la transizione digitale, ma anche nuove fonti di gettito per restituire i prestiti.


A cura della Redazione



Principali risultati

I leader europei hanno concordato un pacchetto per la ripresa ed il bilancio 2021-2027, che aiuteranno l’UE a rilanciarsi dopo la pandemia e a sostenere gli investimenti nel quadro delle transizioni ecologica e digitale.

A questo riguardo, nella giornata di ieri, durante la conferenza stampa successiva alla chiusura dell’accordo, il presidente del Consiglio Europeo, il belga Charles Michel, ha commentato: «Abbiamo raggiunto un accordo sul pacchetto per la ripresa e il bilancio europeo. Questi erano, ovviamente, negoziati difficili in tempi molto difficili per tutti gli europei. Una maratona che si è conclusa con successo per tutti i 27 Stati membri ma soprattutto per i cittadini. Si tratta di un buon accordo. Si tratta di un solido accordo. E, cosa più importante, si tratta del giusto accordo per l’Europa, in questo momento».

La ricaduta socio-economica della crisi dovuta all’emergenza Covid-19 richiede uno sforzo comune e innovativo a livello europeo al fine di sostenere la ripresa e la resilienza delle economie degli Stati membri. Per raggiungere i risultati sperati ed essere sostenibile, lo sforzo per la ripresa dovrebbe essere legato al tradizionale quadro finanziario pluriennale (QFP), che ha modellato le politiche di bilancio dell’UE sin dal 1988 ed offre una prospettiva di lungo termine.

I leader europei hanno concordato un pacchetto complessivo da 1.824,3 miliardi di euro che combina il quadro finanziario pluriennale (QFP) ed uno sforzo straordinario per la ripresa sotto lo strumento Next Generation EU (NGEU).

Bilancio UE di lungo termine

Il nuovo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) coprirà i sette anni compresi tra il 2021 e il 2027. Il QFP, rafforzato da Next Generation EU, sarà anche il principale strumento per l’attuazione del pacchetto per la ripresa in modo da affrontare le conseguenze socio-economiche della pandemia da Covid-19.

La portata del QFP – 1.074,3 miliardi di euro – consentirà all’Unione Europea di adempiere i suoi obiettivi di lungo termine e preservare la piena potenzialità del piano per la ripresa. Questa proposta è prevalentemente basata sulla proposta di febbraio del presidente Michel, che riflette due anni di discussioni tra gli Stati membri.

Il QFP interverrà sulle seguenti aree di spesa:

  • Mercato unico, innovazione e digitale
  • Coesione, resilienza e valori
  • Risorse naturali e ambiente
  • Migrazioni e controllo dei confini
  • Sicurezza e difesa
  • Vicinato e mondo
  • Amministrazione pubblica europea


Fondo per la ripresa

Next Generation EU fornirà all’Unione gli strumenti necessari per affrontare le sfide poste dalla pandemia da Covid-19. Sulla base dell’accordo, la Commissione potrà prendere in prestito 750 miliardi di euro sui mercati. Questi fondi possono essere utilizzati per prestiti back-to-back e per la spesa canalizzata attraverso i programmi del QFP. Il capitale ottenuto sui mercati finanziari sarà ripagato entro il 2058.

Gli importi disponibili nel quadro di Next Generation EU saranno allocati in sette programmi specifici:

  • Meccanismo di Ripresa e Resilienza (RRF)
  • ReactEU
  • Horizon Europe
  • InvestEU
  • Sviluppo Rurale
  • Just Transition Fund
  • RescEU


Prestiti e sussidi

Dell’intero pacchetto, 390 miliardi di euro saranno distribuiti sotto forma di sussidi agli Stati membri e 360 miliardi di euro sotto forma di prestiti.

Allocazione dal Meccanismo di Ripresa e Resilienza (RRF)
Il piano garantisce che il denaro sia convogliato verso Paesi e settori maggiormente colpiti dalla crisi: il 70% dei sussidi del Meccanismo di Ripresa e Resilienza sarà impegnato nel 2021 e nel 2022, mentre il 30% nel 2023. Gli stanziamenti dall’RFF nel 2021-2022 saranno stabiliti secondo i criteri di allocazione della Commissione tenendo in considerazione la qualità della vita, le dimensioni e i livelli di disoccupazione di ciascun Paese membro. Per quanto riguarda le allocazioni del 2023, i criteri relativi alla disoccupazione saranno sostituiti da quelli relativi alla contrazione del PIL nel 2020 e nel 2021.

Governance e condizionalità
In linea con i principi della buona governance, gli Stati membri prepareranno piani nazionali per la ripresa e la resilienza per il triennio 2021-2023. Questi dovranno essere coerenti con le raccomandazioni specifiche per paese e contribuire alle transizioni ecologica e digitale. Più nel dettaglio, si richiede ai piani di aumentare la crescita e l’occupazione nonché di rafforzare la “resilienza economica e sociale” dei Paesi UE. I piani saranno rivisti nel 2022 e la loro valutazione sarà sottoposta all’approvazione del Consiglio attraverso un voto a maggioranza qualificata su proposta della Commissione.
L’erogazione dei sussidi avverrà soltanto se i punti fermi e gli obiettivi fissati nei piani di ripresa e resilienza saranno rispettati. Se, eccezionalmente, uno o più Stati membri dovessero ritenere che ci siano rilevanti scostamenti dal soddisfacente adempimento dei punti fermi e degli obiettivi significativi, questi possono richiedere che il presidente del Consiglio Europeo sottoponga la questione al prossimo Consiglio Europeo.

Azione sul clima

Il 30% della spesa complessiva derivata dal QFP e da Next Generation EU sarà riservato a progetti relativi al clima. Le spese previste nel quadro del QFP e di Next Generation EU si atterranno agli obiettivi UE di neutralità climatica entro il 2050, ai target climatici UE 2030 e all’Accordo di Parigi.

Stato di diritto

Gli interessi finanziari dell’Unione saranno protetti in linea con i principi generali inseriti nei Trattati, in particolare i valori menzionati all’interno dell’Articolo 2 del Trattato sull’UE. Il Consiglio Europeo sottolinea inoltre l’importanza del rispetto dello stato di diritto. Sulla base di questo terreno comune, sarà introdotto un regime di condizionalità per proteggere il bilancio e Next Generation EU.

Rimborsi

Saranno mantenuti i rimborsi forfettari sui contributi annuali basati sul reddito nazionale lordo per Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Austria e Svezia.

Risorse proprie

I leader europei hanno concordato di fornire all’UE nuove risorse per restituire i fondi raccolti nel quadro di Next Generation EU. Hanno concordato di introdurre una nuova tassa sulla plastica che sarà introdotta nel 2021. Nello stesso anno, si prevede che la Commissione proponga una misura di aggiustamento sulle emissioni di anidride carbonica ed un’imposta sui servizi digitali: entrambe dovrebbero essere introdotte entro la fine del 2022.

La Commissione tornerebbe allora con una proposta rivista sul sistema UE per lo scambio delle quote di emissione (ETS), possibilmente estendendolo ai settori aereo e marittimo. Potrebbero esserci altre risorse aggiuntive, quali una tassa sulle transazioni finanziarie. I ricavi ottenuti dalle nuove risorse proprie introdotte dopo il 2021 saranno utilizzati per le prime restituzioni dei prestiti ottenuti nel quadro di Next Generation EU.

Sarà istituita una riserva dedicata da 5 miliardi di euro, per sostenere gli Stati membri e i settori economici più duramente colpiti dalla Brexit.

Retroterra

Il 10 luglio, il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel aveva presentato la sua proposta per il QFP ed il pacchetto per la ripresa. «Gli obiettivi della nostra ripresa possono essere sintetizzati in tre parole: in primo luogo, convergenza; in secondo luogo, resilienza; in terzo luogo, trasformazione. Concretamente, questo significa: rimediare ai danni provocati dall’emergenza Covid-19, riformare le nostre economie e rimodellare le nostre società», aveva detto Michel. A seguito delle discussioni bilaterali con i leader dell’UE, il presidente Michel aveva identificato sei elementi fondamentali per un possibile accordo.

Il 19 giugno, i leader UE avevano scambiato idee, in videoconferenza, sulla proposta di un nuovo piano per la ripresa e del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2021-2027, presentato dalla Comissione Europea il 27 maggio 2020. A seguito del vertice, Charles Michel, presidente del Consiglio Europeo, aveva avviato negoziati con i leader UE.

Il 23 aprile, il Consiglio Europeo aveva deciso di lavorare per la creazione di un fondo per la ripresa in risposta alla crisi da Covid-19. I leader avevano incaricato la Commissione Europea di presentare urgentemente una proposta, oltre che di chiarire il collegamento tra il fondo per la ripresa e il bilancio di lungo termine dell’UE.




Traduzione a cura della Redazione
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