UE, Russia e Cina difendono l’accordo con l’Iran in attesa del discorso di Donald Trump

image_pdf
di PressTV

L’UE, la Russia e la Cina hanno esortato gli Stati Uniti a mantenere i loro impegni rispetto all’accordo sul nucleare iraniano, che il presidente Donald Trump è intenzionato a dichiarare non più rispondente gli interessi americani. «Crediamo che questo accordo sia importante per garantire il regime di non-proliferazione nucleare internazionale, la pace e la stabilità regionale. Speriamo che tutte le parti possano continuare a preservare ed attuare questo accordo», ha affermato venerdì la portavoce del Ministero degli Esteri cinese Hua Chunying.

L’alto rappresentante alla politica estera e di sicurezza europea Federica Mogherini ed il ministro degli Esteri tedesco Sigmar Gabriel hanno avuto una conversazione telefonica con il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif, assicurando a quest’ultimo che l’Europa rispetterà la sua parte dell’accordo fin quando Tehran onererà i suoi impegni. Sia la Mogherini che Gabriel riconoscono che l’Iran ha pienamente adempiuto ai suoi obblighi nel quadro del Piano d’Azione Congiunto Globale (JCPOA), come viene ufficialmente definito l’accordo sul nucleare, stando a quanto riportato dall’agenzia di Stato iraniana IRNA. Hanno inoltre affermato che all’Iran dovrebbe essere consentito di beneficiare dei dividendi economici dell’accordo raggiunto con Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Russia, Cina e Germania in base a cui le sanzioni contro Tehran sono state ridotte. A proposito delle intenzioni di Trump, emerse giovedì, di «disconoscere» l’accordo nucleare, Sigmar Gabriel ha osservato che tutto ciò sta allontanando gli alleati europei da Washington, spingendoli verso Russia e Cina.

Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha avuto un colloquio telefonico a riguardo con il suo omologo statunitense Rex Tillerson, secondo quanto riportato dall’agenzia russa TASS. «Lavrov ha evidenziato il fatto che Tehran sta rispettando tutti gli impegni assunti nell’ambito del JCPOA e ha sottolineato che gli altri sottoscrittori devono mantenere fede al documento», ha comunicato il Ministero degli Esteri della Federazione Russa a proposito della conversazione. A margine, Lavrov ha espresso i propri dubbi riguardo le basi legali di un eventuale ritiro degli Stati Uniti dall’accordo nucleare. Lavrov, che stava prendendo parte ad una conferenza stampa congiunta con il suo omologo del Burundi Alain Aime Nyamitwe in visita a Mosca, ha detto che il JCPOA è stato «approvato da una risoluzione del Consiglio di Sicurezza ONU» ed è «soggetto ad applicazione obbligatoria».

Il ministro russo ha affermato di non sapere «cosa annunceranno gli americani», ma «dato lo status dell’accordo, è difficile immaginare come sia legalmente possibile abbandonarlo». In base alla legge degli Stati Uniti, il governo deve dimostrare al Congresso ogni novanta giorni che l’Iran si comporta conformemente all’accordo. Fin’ora è accaduto già due volte. Se Trump rifiutasse di certificare l’accordo, il Congresso avrebbe sessanta giorni per decidere se riattivare le sanzioni contro la Repubblica Islamica a cui gli Stati Uniti avevano deciso di rinunciare. Trump ha criticato l’accordo sin dall’avvio della sua campagna elettorale per la presidenza 2017. Lo ha definito il «peggior accordo di sempre» e un «imbarazzo» per Washington. Nessun altra parte contraente ha denigrato l’accordo che, al contrario, l’Unione Europea e le Nazioni Unite ritengono una vittoria della diplomazia internazionale.


Traduzione a cura della Redazione
Fonte in lingua originale qui



© Riproduzione riservata