Africa. Tavola rotonda in Confindustria a Perugia: diaspora può rientrare, quali spazi per le imprese?

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Si è svolta lo scorso 31 ottobre nel capoluogo umbro la tavola rotonda dedicata all’Africa, organizzata da Umbria Export, Agenzia per l’internazionalizzazione di Confindustria Umbria, in collaborazione Tamat e Università per Stranieri di Perugia. Presente, fra i vari ospiti, anche il primo segretario per il Commercio e gli Investimenti Glynne Michelo, in rappresentanza dell’Ambasciata della Repubblica dello Zambia in Italia.


A cura della Redazione


Federica Guazzini e Piero Sunzini
PERUGIA – La diaspora africana in Italia può farsi interprete di un processo di rientro, ponderato e “coadiuvato”, che gli consenta di mettere in pratica nei rispettivi Paesi d’origine le competenze acquisite in Europa. È questa la prospettiva, assolutamente innovativa, emersa a Perugia, presso la sede centrale di Confindustria Umbria, lo scorso 31 ottobre, nel quadro di una tavola rotonda sul tema Il ruolo della diaspora come agente di sviluppo nei processi d’internazionalizzazione, organizzato da Umbria Export in collaborazione con Tamat, organizzazione non-governativa attiva da 23 anni nel campo della cooperazione internazionale, e l’Università per Stranieri di Perugia, nell’ambito del progetto UmbriaMiCO – Festival del Mondo in Comune, cofinanziato da Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

È toccato ad Enzo Faloci, direttore di Umbria Export, introdurre i lavori e presentare questa nuova prospettiva, attraverso cui mondo profit e mondo no profit possono non soltanto coesistere ma soprattutto lavorare in coordinamento nell’ambito degli investimenti finalizzati allo sviluppo. «Se penso a una riunione come questa quindici anni, la immagino impossibile perché era assolutamente un altro contesto», ha osservato Piero Sunzini, direttore di Tamat. L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile ha cambiato molte cose rispetto alla cooperazione internazionale degli anni Sessanta e Settanta, con la sua logica assistenziale nella fase di decolonizzazione, e a quella degli anni Ottanta, dove resisteva il rapporto donatore-beneficiario. Oggi questi schemi stanno rapidamente mutando.

Leila Nsaibia e Piero Sunzini
Federica Guazzini, docente presso l’Università per Stranieri di Perugia, ha presentato il ruolo dell’ateneo, consolidato ambasciatore della città nel mondo, nel progetto Doing Business in Africa through Facilitators. «Da qualche anno sempre più le università sono sollecitate a ripensare il loro ruolo nel quadro dell’economia della conoscenza», per rendere l’offerta formativa più adeguata alle richieste del mercato attraverso figure professionali multidisciplinari.

Afri Yobo Célestin, rappresentante dell’Associazione degli Ivoriani dell’Umbria (ASSIDU), ha presentato le potenzialità del suo Paese in filiere quali il cacao, il caffè e il petrolio, oltre a raccontare la sua esperienza di mediatore fra il tessuto istituzionale ed imprenditoriale italiano e la Costa d’Avorio. Senza risparmiare critiche alla politica estera di alcune potenze occidentali, ha poi sottolineato l’importanza che le PMI, più che le multinazionali, investano in Africa.

Passando più a Nord, è stata Leila Nsaibia, responsabile per Umbria Export dell’Area Progetti e Promozione in Africa e Medio Oriente, a presentare la propria storia di emigrazione dalla Tunisia e le opportunità offerte dal mercato del suo Paese d’origine, un hub strategico per l’export e gli investimenti verso l’intera regione del Maghreb.

Da sinistra, M. Chibansa, G. Michelo e Ž. Karešin
Riscendendo il Continente verso Sud, e precisamente nell’ex Rhodesia Settentrionale, Glynne Michelo, primo segretario economico-commerciale dell’Ambasciata della Repubblica dello Zambia, ha illustrato con dovizia di particolari le caratteristiche economiche e geografiche del suo Paese, posizionato nel cuore dell’Africa Meridionale, evidenziando i settori di investimento più appetibili per le imprese estere e i vantaggi derivati dagli accordi di facilitazione commerciale a cui lo Zambia aderisce nel quadro del Patto tripartito (COMESA+EAC+SADC).

Maria Chibansa Branchetti, rappresentante della Zambia Women in Agriculture Cooperative Society nonché presidentessa della Diaspora Zambiana in Italia, ha chiuso la mattinata con un intervento dedicato al suo Paese di origine e ai progetti di cooperazione tra Italia e Zambia.


GLI INTERVENTI

Enzo Faloci, Direttore Umbria Export
Saluti di benvenuto e introduzione dei lavori

Piero Sunzini, Direttore Tamat
La cooperazione internazionale tra profit e no profit in Africa

Federica Guazzini, Africanista e Docente Università per Stranieri di Perugia
L’esperienza formativa dei “facilitatori” dei processi di internazionalizzazione

Afri Yobo Célestin, Rappresentante ASSIDU (Associazione degli Ivoriani dell’Umbria)
Facilitare progetti di sviluppo e investimenti in Costa d’Avorio


Leila Nsaibia, Responsabile Area Progetti e Promozione in Africa e Medio Oriente – Umbria Export
Facilitare progetti di sviluppo e investimenti in Tunisia

Glynne Michelo, Primo Segretario per il Commercio e gli Investimenti – Ambasciata dello Zambia in Italia
Le opportunità di internazionalizzazione in Zambia

Maria Chibansa Branchetti, Presidentessa della Diaspora Zambiana in Italia
Facilitare progetti di sviluppo e investimenti in Zambia




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