In arrivo ‘Un mondo da collegare’, nuovo numero di Scenari dedicato a infrastrutture e logistica

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È in fase di pubblicazione Un mondo da collegare, il nuovo numero di Scenari Internazionali dedicato alle infrastrutture e alla logistica. Mentre l’Italia attende di conoscere il destino in sede UE delle proposte presentate pochi giorni fa, nei mesi che hanno preceduto la pubblicazione del PNRR, il dibattito sul tema è tornato di estrema attualità nel nostro Paese. Nel mondo sono ormai tanti i governi che hanno deciso di puntare con forza su questo fattore di crescita, per rendere più competitive le proprie economie. Così, il nostro jet virtuale ha nuovamente preso il volo per capire cosa sta accadendo.


A cura della Redazione


Con il lancio dell’inziativa Belt and Road (BRI) da parte del governo cinese nel 2013, è via via tornata a crescere l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale sui grandi collegamenti materiali dopo anni in cui il dibattito politico, soprattutto nei Paesi occidentali, si era fortemente concentrato sulla connettività digitale. La pandemia esplosa lo scorso anno ha poi mostrato, in modo brutale ma significativo, l’irrinunciabilità della presenza e degli spostamenti fisici: dalle attività produttive al trasporto merci, dal turismo alla formazione, dall’intrattenimento al semplice svago.

Nelle economie più avanzate, i governi stanno investendo massicciamente sulle infrastrutture e chi è rimasto più indietro si sta ora affrettando per recuperare il tempo perduto, come gli Stati Uniti o l’Italia stessa attraverso il PNRR, recentemente presentato dal governo Draghi. La nuova grande partita geopolitica del secolo si giocherà certamente anche su questo fronte ma, oggi, costruire assume un significato diverso dal passato, legandosi strettamente ai concetti di sostenibilità e resilienza.

Dall’alta velocità ferroviaria alle grandi arterie autostradali, dai porti più strategici alle piattaforme logistiche, è l’Asia a spingere sull’acceleratore. Non soltanto la Cina, con i suoi colossi di settore, ma anche Giappone, Corea del Sud, Singapore, Turchia, Kazakhstan, Azerbaigian ed altri Paesi ancora stanno cercando di sfruttare al meglio le loro potenzialità, coniugando i loro punti di forza geografici al know-how tecnologico sin qui acquisito.

L’Occidente, tuttavia, non vuole restare a guardare. In Europa, le ingenti risorse messe a disposizione da Next Generation EU e dal Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 dovranno accelerare molti progetti infrastrutturali già in cantiere per il completamento dei corridoi previsti dalla rete TEN-T ma anche contribuire a rendere le nostre città più intelligenti. Negli Stati Uniti, Joe Biden ha lanciato da poco un grande piano per le infrastrutture, che potrebbe accelerare i cantieri dell’alta velocità in California, un sistema di trasporto praticamente inedito nel Paese.

Anche l’Africa, pur tra mille difficoltà, cerca di non perdere terreno. L’Egitto sta realizzando una nuova rivoluzionaria smart city, pensata per decongestionare Il Cairo, sempre più popolosa e problematica. Attorno all’ambizioso progetto ruota una grande rivoluzione dei trasporti e della logistica che include alta velocità ferroviaria, ammodernamento delle reti stradali in tutto il Paese, nuove strutture lungo il Canale di Suez ed altro ancora. Non mancano Paesi, anche al di sotto del Sahara, che ne stanno seguendo l’esempio.

In America Latina, invece, i grandi progetti di connessione sembrano ancora al palo dopo una lunga fase di gestazione, bloccata nel corso degli ultimi tre anni dai cambiamenti politici che hanno interessato i più importanti Paesi della regione. Le divergenze ideologiche e l’instabilità istituzionale sono ancora troppo forti e a pagarne il prezzo sono i piani di sviluppo delle grandi vie di collegamento interoceaniche, come quelle tra Brasile, Bolivia e Perù.

Il viaggio immaginario che Scenari Internazionali ha compiuto per realizzare questo numero è senz’altro incompleto, per ovvie ragioni di spazio. Come al solito, però, abbiamo cercato di fornire un quadro della situazione quanto più chiaro ed esaustivo per capire le nuove dinamiche e l’importanza di aprire nuovi cantieri e chiudere in tempi ragionevoli quelli avviati o bloccati. A spiegarlo più nel dettaglio è l’intervista conclusiva, che impreziosisce la pubblicazione, con Silvia Moretto, presidente di Fedespedi e vicepresidente di Confetra.




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